GrooveBack Magazine 002

piace meno. Quando mi è capitato di esternare queste mie impressioni, ho riscontrato due tipi di reazioni: quella che può essere racchiusa nell’espressione «Avercene dischi così… » e quella, anagraficamente, più perfida «Ha 74 anni, cosa pretendi… ». È sicuramente un problema mio, visto che I/O ha avuto recensioni tra il molto positivo e l’entusiastico senza ritegno. Qui sorgono, però, due questioni in risposta alle reazioni r icevute. La prima : di dischi bellissimi ne escono centinaia ogni anno. La musica gode di ottima salute e ogni giorno, letteralmente, vengono rilasciate opere che lo testimoniano, anche di artisti giovanissimi. Un esempio? Il disco d’esordio omonimo di Cosmic Room 99, trio di ragazzi trevigiani poco più che ventenni. Occorre

Mark “Spike” Stent

scavare un po’ ed esercitare il dono della curiosità e le perle si trovano in mezzo alla spazzatura, che, detto fra noi, è sempre esistita. Quindi «Avercene dischi così… » non ha granché senso. La seconda : nessun artista è intoccabile e sacro e se ne si critica l’operato (con cognizione di causa e non per il puro gusto di farlo) non si dovrebbe incorrere nel reato di lesa maestà, che viene invece invocato a gran voce ogni volta dai fan sfegatati. Avere 74 anni non significa un bel nulla, specie se in 47 anni di carriera solista si sono prodotti “solo” quattordici dischi, di cui quattro colonne sonore, uno di cover e uno di arrangiamenti orchestrali di brani già pubblicati. Potrei capire uno scivolone in una produzione mostruosa come quella di Frank Zappa (che vanta trentanove dischi in studio e sessantatré live in trent’anni, e non ce n’è uno mediocre), ma con un così esiguo numero di pubblicazioni è difficile da accettare e digerire. Peter Gabriel è da sempre uno dei miei artisti del cuore. Sono cresciuto coi suoi dischi e ritengo la sua opera importantissima e fondamentale. Ho sempre elogiato la sua costante ricerca di nuovi artisti da portare alla luce tramite la sua Real World Records. Grazie a lui ho conosciuto artisti eccezionali: Tenores di Bitti, Mari Boine, Nusrat Fateh Ali Khan e molti altri. L’ho visto dal vivo due volte ed entrambe le volte ho pianto di commozione. Per questo la parziale delusione brucia vieppiù, ma non cambia di una virgola la mia stima nei confronti del cantante britannico. Semplicemente aspetterò la prossima uscita, sperando che I/O non sia l’ultima. Peter Gabriel, I/O - Real World Records 2023

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