GrooveBack Magazine 002

Un recentissimo Gold CD della Velut Luna vede il clarinettista Luca Lucchetta, il violoncellista Francesco Martignon e il pianista Gian Luca Sfriso eseguire esemplarmente quattro brani cameristici del grande compositore milanese, in cui la ricchezza armonica si unisce a una melodia ironica, scoppiettante e trascinante, ma dalla quale, a tratti, emergono punte di sopita mestizia e di trattenuta amarezza. Nino Rota lontano dalla celluloide di Andrea Bedetti

A sinistra, Nino Rota e, a fianco, Ennio Morricone, due dei più grandi compositori di musiche per film, ma anche valenti e raffinati creatori di musica colta.

Il cinema ha rappresentato per quei musicisti che si sono consacrati anche ad esso sia una manna, sia una maledizione. Una manna poiché soventemente le colonne sonore da loro composte ne hanno poi decretato il successo presso il grande pubblico, anche tra coloro che non sono appassionati di musica; una maledizione per il semplice fatto che poi il loro nome e la loro opera è stata quasi esclusivamente abbinata allo schermo cinematografico, mentre quanto da loro scritto non per il cinema ma per il genere musicale colto, è stato messo in diverse occasioni da parte oppure vergognosamente snobbato. Ne seppe qualcosa, quand’era ancora in vita, Ennio Morricone, il cui nome di compositore è stato associato esclusivamente alle tante e famose colonne sonore scritte per il cinema, ma la cui raffinatissima opera a favore del filone colto contemporaneo è stata conosciuta e rivalutata maggiormente solo negli ultimissimi anni, grazie anche agli sforzi e alla passione da parte di alcune etichette discografiche e a concerti e a

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