GrooveBack Magazine 002

Da sinistra, Federico Fellini, la cantante cubana Wanani (Valeria Ferran) e Nino Rota mentre provano il tema principale del film Giulietta degli spiriti nel 1965.

articolati che si sviluppano con grande fluidità. L’Andante che segue, al contrario, è più lirico e contemplativo, con il clarinetto che assume un ruolo preponderante, con il fine di fargli esprimere un ruolo eminentemente cantabile. Ciò permette di elaborare delle linee melodiche eleganti e commoventi (a tratti sembra che assumano vesti di nobiltà brahmsiana), anche grazie all’accompagnamento delicato del pianoforte e del violoncello tale de creare un’atmosfera calda e intima. Il tempo finale è un Allegrissimo, un finale straordinariamente energico e brioso, caratterizzato da ritmi vivaci e da interazioni dinamiche tra gli strumenti. Anche se l’energia manifestata dai tre strumenti sembra echeggiare l’Allegro iniziale, in questo ultimo tempo si nota una maggiore complessità ritmica e tematica, che culmina in una coda virtuosistica e brillante. L’Allegro danzante per clarinetto e pianoforte, suddiviso in tre segmenti, è un tipico esempio della capacità di Nino Rota nel saper instillare un’inventiva unica e nel concatenare efficacemente una pletora di armonie magicamente dense. Il clarinetto enuncia motivi accattivanti, quasi orecchiabili, al punto che avrebbero potuto essere utilizzate per scrivere canzoni, ma che non scadono mai nella banalità grazie a un geniale accorgimento, quello di dare luogo a una continua e ininterrotta sequenza, accompagnati da una parte di pianoforte fluida e aggraziata. Non è un caso che questo brano rappresenti un must per gli studenti di clarinetto, che lo eseguono frequentemente per prendere confidenza con lo strumento e per scoprirne le sue molteplici potenzialità.

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