GrooveBack Magazine 002

Non dobbiamo dimenticare che il liuto fu lo strumento più suonato in Europa nel XVI secolo e il suo repertorio di musica solista e da camera è conservato in centinaia di raccolte stampate e di manoscritti. Però, fu solo in Inghilterra che, in sede di accompagnamento vocale, le parti di liuto divennero altamente sofisticate e fondamentali in una canzone. Si può supporre che la “fragilità” del suono del liuto, con le sue note che svanivano rapidamente, rendesse la transitorietà dell’esistenza sensualmente tangibile come nessun altro strumento e quindi si adattasse perfettamente al sentimento malinconico dell’epoca. Da parte sua, la viola da gamba fu un altro strumento profondamente radicato nella cultura e nella società inglesi dell’epoca, adatta per accompagnare le ayres grazie alla sua versatilità. Un esempio particolare del suono unico ricercato per esaltare le caratteristiche degli ayres è la viola da gamba lyra. Proprio come il madrigale, la viola da gamba lyra fu importata dall’Italia, anche se poi ebbe un proprio sviluppo in Inghilterra. Come strumento, questo tipo di viola, entrata in uso verso la fine del XVI secolo, differiva poco da una viola da gamba. La differenza essenziale risiedeva nell’uso della scordatura o di accordature alternative, rese possibili dalla notazione presente nell’intavolatura. A differenza della notazione moderna, le intavolature non indicano l’altezza, ma la posizione delle dita, rendendo più facile e consono le tecniche di accordature diverse, dando così modo di ampliare lo spettro sonoro dello strumento e influenzando le risonanze e le vibrazioni simpatiche delle corde. A titolo di esempio, si può ricordare che per tutto il XVII secolo più di sessanta diverse accordature per la viola da gamba lyra o per la viola da gamba furono in uso in vari momenti. Ora, il programma del disco in questione prende in esame proprio questo momento storico-musicale, permettendo all’ascoltatore, soprattutto a colui che non ha dimestichezza con questo particolarissimo genere inglese, di assimilare la bellezza e il fascino di queste ayres , simbolo sonoro di un afflato malinconico che caratterizzò quell’epoca. Dei ventuno brani presentati, ben nove sono di Robert Jones, il quale fu uno dei compositori inglesi più prolifici di quegli anni; pubblicò cinque Bookes of Songs and Ayres , ognuno contenente ventuno canzoni, che erano chiaramente ispirate al modello di quelle create da John Dowland in termini di struttura. Tuttavia, il Second Booke of Songs and Ayres (pubblicato a Londra nel 1601) di Jones è il primo libro stampato in assoluto a includere la notazione in intavolatura per la viola da gamba in “stile leero”, ossia per la viola da gamba lyra. Anche per via di tali peculiarità, la scelta di questi nove brani presenti in questo disco provengono tutti dal Second Booke of Songs and Ayres . Gli altri pezzi vedono quattro canzoni di William Corkine, tratte da The Second Booke of Ayres (stampato a Londra nel 1612), tre brani di Tobias Hume da The First part of Ayres (pubblicato a Londra nel 1605), due di Thomas Ford e di John Dowland, rispettivamente da Musicke of Sundrie Kindes (pubblicato a Londra nel 1607) e da The First Booke of Songes or Ayres (stampato a Londra nel 1597), con il secondo brano che è strumentale, ossia un pregevolissimo Prelude per solo liuto, ed uno di John Danyel, anch’esso strumentale, il Passymeasure Galliard per liuto e arpa.

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