ECONOMIC YEARBOOK ESG89 - 2025 | 2026
conosciamo. C’è da ricordare che negli anni ’60 era una regione povera, un’anomalia che insieme alle Marche, registrava indicatori propri del Meridione. Dal 1985 grazie all’industrializzazione leggera, l’Umbria recupera raggiungendo un PIL locale uguale a quello della media nazionale. Dopo questo sforzo la regione sembra essersi fermata: il limite delle infrastrutture precarie, l’ostacolo della managerializzazione per gli imprenditori locali che hanno scelto di rimanere nella propria zona di confort a causa della natura familiare della propria attività. A fine anni ’80 avevamo imprese importanti, prime su tutte la Perugina, oggi acquisita dal gruppo Nestle. Questi passaggi verso realtà internazionali
inevitabilmente provocano un impoverimento e un rallentamento del dinamismo regionale. L’industria non vale solo in base a ciò che produce, ma anche per chi la sostiene dall’interno. Il rischio è sottostare a un padrone che in momenti di crisi decide di sacrificare l’impresa locale, fatta perlopiù da imprese piccole e subfornitrici. Cucinelli è stata una delle poche eccezioni, l’indole lungimirante l’ha portato a capire il valore di una dimensione maggiore. Non è semplice cambiare un processo nato negli anni ’80, sfociato in quelli ’90 e accelerato negli anni 2000. C’è da sottolineare che l’Umbria, insieme al Molise,
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