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RESPIRATORIO L’EPITELIO

INQUINATE

NELLE CITTÀ

di Paola Rogliani e Gian Marco Manzetti*

Il nostro organismo necessita di elevate quantità di ossigeno per svolgere le sue funzioni vitali e, al tempo stesso, deve eliminare in modo efficiente l’anidride carbonica prodotta dal metabolismo cellulare.

Anche in condizioni di lieve attività fisica, si stima che il consumo giornaliero di ossigeno possa superare i 500 litri. Per soddisfare questa esigenza, l’apparato respiratorio dispone di una superficie estremamente estesa per lo scambio gassoso. Secondo diverse stime, la superficie totale degli alveoli polmonari può raggiungere i 140 m², quasi quanto un campo da tennis. Tale estensione rappresenta la più ampia superficie del corpo umano direttamente esposta all’ambiente esterno e, dunque, a tutto ciò che respiriamo. Questa caratteristica garantisce un’efficiente ossigenazione, ma rappresenta anche una via d’accesso per microrganismi, fumo di sigaretta e sostanze inquinanti, sia indoor che outdoor. Una condizione particolarmente rilevante nelle aree urbane con elevati livelli di inquinamento atmosferico.

Per proteggere questa superficie sensibile, l’apparato respiratorio è dotato di numerosi meccanismi di difesa, che ostacolano il passaggio diretto degli agenti esterni nello spazio respiratorio. In questo sistema, l’epitelio delle vie aeree svolge un ruolo cruciale: non è solo una barriera meccanica, ma una struttura dinamica e attiva dal punto di vista immunologico. Le cellule epiteliali sono infatti capaci di riconoscere stimoli dannosi e di rispondere producendo molecole segnale, come le allarmine, che attivano il sistema

*Professoressa ordinaria di Malattie dell’Apparato Respiratorio, – paola.rogliani@uniroma2.it Dottorando di Ricerca in Medicina Sperimentale e dei Sistemi – gianmarco.manzetti@alumni.uniroma2.eu

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