Uninews TorVergata #metropoli

costoso e non sostenibile. Questi processi, nati in un’epoca in cui la sostenibilità non era una priorità, risultano oggi incompatibili con la visione di una società digitale rispettosa dell’ambiente. Da qui la spinta verso un’elettronica eco- compatibile, realizzata con materie prime naturali, capaci di dissolversi o reintegrarsi nell’ambiente senza lasciare residui. A questa sfida risponde una tecnologia innovativa: il Laser-Induced Graphene (LIG) che viene perfezionata presso il Wireless Lab dell’Università di Roma Tor Vergata. Il processo consente di trasformare materiali polimerici ricchi di carbonio in conduttori di grafene irradiandoli con un fascio laser. L’energia rompe i legami chimici del materiale di partenza, liberando gli atomi di carbonio che si riorganizzano in una struttura reticolare esagonale.

Parallelamente, la ricerca affronta il tema dei substrati, la base dei circuiti. Vengono sperimentati supporti naturali e biodegradabili come il PLA, stampabile in 3D e dissolvibile in acqua, o film a base di amido ottenuti da scarti di patate o riso. Su questi supporti vengono trasferiti circuiti in grafene con tecniche semplici, realizzando antenne e sensori completamente green. Si può allora immaginare una generazione di dispositivi – imballaggi intelligenti, cerotti wireless biodegradabili, protesi sensorizzate biodissolvibili – che imitano cicli della natura, unendo innovazione, rispetto ambientale e responsabilità sociale.

Il risultato è un circuito conduttivo ottenuto senza solventi o reagenti, conforme ai principi della sostenibilità. Il laser può incidere direttamente diversi materiali – polimeri, carta, legno – offrendo grande libertà di progettazione.

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