Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Superio (la mente unipersonale). Nel corso di questo processo di “soggettivazione” (ossia del divenire un soggetto internamente differenziato e strutturato), è fondamentale l’intima connessione con “il reale (potenzialmente traumatico) altro” (Lacan, 1966). Laplanche (1993, 1999) ha portato l’affermazione di Lacan riguardo al “reale traumatico (l’altro)” – il caretaker – nel campo intersoggettivo. Egli ha sottolineato che la sessualità inconscia (del caretaker adulto), innescata dalla prossimità col corpo del bambino, “contamina” gli scambi intimi col bambino sotto forma di messaggi enigmatici . Altri estendono ulteriormente questo concetto evolutivo applicandolo direttamente al campo dello scambio clinico e del controtransfert, indirizzando l’attenzione sull’“attività di rappresentazione” e sull’“après coup [deferred action] nel dare un nome agli affetti”, attraverso i quali il bambino/il paziente “costituisce l’Io” (Aulagnier, 1975/2001, p. 97); si pone inoltre l’accento sulla capacità del genitore/dell’analista di rimanere a una distanza ottimale, così facilitando la simbolizzazione e la rappresentazione “necessarie per la rappresentazione del pensiero” (Green, 1975, p. 14; citazione tradotta per questa edizione N.d.T.). Dal punto di vista clinico, ciò si traduce in un ascolto attento a tutte le forme di scambio inconscio e di trasmissione delle emozioni attraverso le parole e i comportamenti tra il paziente e l’analista, come nell’“ affetto condiviso-trasmesso ” (Parat, 1995) e nella “ posizione controtransferale ” dell’ascolto clinico decentrato (Faimberg, 1993).

III. INFLUENZE INTERNAZIONALI RECIPROCHE ED USO CONTEMPORANEO DEL CONCETTO

III. A. I Freudiani Contemporanei e la Teoria delle Relazioni Oggettuali In Nord-America, nell’ambito degli attuali orientamenti della Psicologia dell’Io e della Teoria del Conflitto, Lasky (2002), seguendo Arlow (1997) e Abend (1986), si focalizza sui dettagli degli stati e dei processi interni dell’analista a lavoro, distinguendo tra empatia, strumento analitico, e vero e proprio controtransfert. Blum (1991), all’interno del paradigma del conflitto intrapsichico (Ellman, Grand, Silvan & Ellman, 1998), ha indirizzato la sua attenzione sulle complessità della comunicazione affettiva nel campo bidirezionale transferale- controtransferale del processo analitico, e sui problemi particolari nell’analisi di pazienti che hanno una specifica difficoltà nel riconoscimento, nell’esperienza, nella comunicazione e nella regolazione degli affetti. Kernberg (1983), scrivendo a proposito dell’analisi del carattere di pazienti con una personalità con lievi tratti borderline, distingue fra un controtransfert cronico e uno acuto. Riconoscendo l’influenza di Heimann (1960), egli scrive: “… lo stallo cronico può essere cruciale per diagnosticare sia le distorsioni croniche di controtransfert (che sono più pervasive sebbene meno invadenti rispetto agli sviluppi acuti del controtransfert) sia il sottile ma incisivo acting out transferale che potrebbe altrimenti non essere stato diagnosticato. A tale riguardo, l’analisi della reazione emozionale totale dell’analista è una ‘seconda linea’ di approccio

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