Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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delle difese schizo-paranoidi è che chiamano in causa un senso di onnipotenza – come la difesa costituita dal diniego onnipotente della realtà, in particolare della realtà emotiva delle relazioni oggettuali. La posizione depressiva implica un conflitto suo proprio. Qui il conflitto tra amore e odio inizia ad essere risolto dalla parte dell’amore per l’oggetto. La fantasia funziona in modo onnipotente rispetto alla realtà finché non viene creata una relazione tra le due, come avviene nella creatività, dal momento che le fantasie che non comunicano con la realtà delle esperienze dell’altro spesso producono forme fallimentari di arte. Nella posizione depressiva l’onnipotenza deve essere abbandonata, al fine di permettere il riconoscimento della realtà, la separatezza e l’unicità dell’oggetto. Questo richiede la tolleranza della colpa, in quanto la colpa è l’emozione preminente del conflitto. La colpa compare nello scontro tra desiderio e realtà. La colpa è il riconoscimento dell’irrazionalità e dell’antisocialità dei desideri primitivi; essa rappresenta il momento del riconoscimento dell’importanza dell’oggetto e della sua separatezza rispetto ai desideri del soggetto. La colpa media il conflitto tra narcisismo e realtà, sia interna che esterna. Quando amore e colpa verso un oggetto sono intollerabili, la Klein teorizza una terza posizione mentale: la posizione maniacale. Questa confligge con la posizione depressiva in quanto, incurante dell’oggetto, tenta di controllare e di trionfare sull’oggetto del bisogno denegando la sua importanza. In questo conflitto con lo stato mentale depressivo, che dà più importanza all’amore che all’odio, per combattere la colpa e il dolore dell’amare la posizione maniacale regredisce all’uso delle difese schizo-paranoidi. Infine, per la teoria del conflitto della Klein è importante menzionare almeno un aspetto della contesa che ha luogo tra l’Io e il Super-Io. Questo aspetto è ben illustrato dal concetto di Herbert Rosenfeld (1964) e Donald Meltzer (1966) di identificazione proiettiva con un oggetto interno . Secondo Rosenfeld, il Super-Io spesso funziona come una banda criminale - come la mafia o i nazisti - che cerca il controllo e punisce l’Io per la sua imperfezione. Si tratta della manifestazione di conflitto primario nella psiche tra l’Io e il Super-Io. L’Io è inizialmente piccolo e impotente, come il bambino, in una condizione di enorme bisogno di un oggetto che possa aiutarlo a sopravvivere. All’oggetto del bisogno sono spesso attribuite qualità onnipotenti, per porre rimedio al timore dell’Io di non riuscire a cavarsela. Come nella teoria di Freud, la Klein crede che l’Io crei il suo punto di vista iniziale sugli oggetti sotto il bagliore dell’onnipotenza. Avendo un oggetto onnipotente, il Super-Io fa credere all’Io reso inerme dal non riconoscersi onnipotente, che invece il suo Super-io lo è. Questo porta l’Io a rinunciare ad una esistenza separata e a mescolarsi con i propri oggetti interni fantasticati come onnipotenti, e successivamente a identificarsi proiettivamente con loro. L’Io abbandona dunque la propria indipendenza per sentirsi onnipotentemente protetto, in una sorta di patto faustiano. Così, con il semplice tocco di bacchetta magica dell’identificazione proiettiva, l’Io tenta di risolvere il conflitto tra istinti di vita e di morte, tra sentimenti di amore e odio, e tra onnipotenza e realtà.

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