Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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“Egli riproduce quegli elementi non sotto forma di ricordi, ma sotto forma di azioni; li ripete , ovviamente senza rendersene conto...Il paziente non si libererà, finchè rimane in trattamento, da questa “coazione a ripetere”: e alla fine ci si rende conto che proprio questo è il suo modo di ricordare...” (1914, p. 356). Nel 1923 lo sviluppo della teoria strutturale portò a focalizzare l’attenzione sui meccanismi di difesa e sulla loro relazione con l’Io. Le difese che avrebbero avuto una posizione centrale nel definire il concetto di enactment erano la proiezione, l’introiezione e la riproiezione. In definitiva le attuali concezioni dell’enactment incorporano molti concetti freudiani, sebbene ovviamente ne amplino il significato.

III. SVILUPPO DEL CONCETTO

Il verbo to enact è associato al verbo to act ed uno dei significati di to act è recitare un ruolo drammatico o teatrale. Il termine to enact, assieme al sostantivo corrispondente enactment, viene utilizzato con una certa imprecisione nella letteratura psicoanalitica storica e contemporanea e si riferisce alla esternalizzazione drammatizzata del mondo interno del paziente nel corso di una seduta o nella vita quotidiana. Il termine re-enactment ha lo stesso significato. Nel suo fondamentale articolo “On Countertransference Enactments”, Jacobs (1986) descrive gli enactment come situazioni nelle quali un analista si sorprende di fronte al proprio comportamento controtransferale apparentemente inadeguato. Successivamente l’analista può rendersi conto dell’esistenza di collegamenti tra il proprio comportamento, la pressione emotiva esercitata dal paziente e sue proprie caratteristiche personali. In seguito (1991, 2001) Jacobs chiarì, diede ulteriore rilievo e divulgò il termine ‘enactment’. Con esso egli designò uno specifico fenomeno che avviene in analisi quando la psicologia di uno dei partecipanti viene messa in scena di fronte agli occhi dell’altro. Ciò che egli cercava di trasmettereera l’idea che gli enactment sono comportamenti del paziente, dell’analista o di entrambi, che si sviluppano in risposta a conflitti e fantasie risvegliate dal lavoro terapeutico in corso. Sebbene siano strettamente collegati all’interazione transfert-controtransfert questi comportamenti sono altresì connessi, attraverso la memoria, a pensieri associati, a fantasie inconsce e ad esperienze della prima e della seconda infanzia. Quindi, per Jacobs, l’idea dell’enactment contiene in sè anche quella del reenactment, cioè del rivivere nella situazione analitica momenti e frammenti del passato psicologico di entrambi i suoi membri. Il concetto di enactment di Jacobs entra in risonanza con l’idea, in qualche modo paradossale, di Winnicott (1963) che se l’analisi procede bene ed il transfert si approfondisce il paziente farà in modo che l’analista commetta un errore, com’è necessario che avvenga nell’area dell’onnipotenza infantile normale, e cioè nel transfert.

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