Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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comunità psicoanalitiche sono considerate degli “enactment”; solitamente sono definite usando espressioni come ‘ mise en scène ’o ‘ mise en jeu ’. Gibeault (2014) ha utilizzato il neologismo ‘ énaction’ per descrivere un tipo di agito attraverso i comportamenti e le parole, dotato di capacità trasformative tramite una ‘empatia enactante’ ( empathie énactante ) controtransferale. Gli italiani De Marchi (2000) e Zanocco et al. (2006) a loro volta intendono l’empatia, più precisamente ‘l’empatia sensoriale’, come qualcosa che appartiene all’area del legame primario e come uno strumento fondamentale per la comunicazione, vicino all’enactment. Green considera l’‘énaction’come un attacco al setting (Green, 2002). Sempre nell’area linguistica francese gli autori belgi Godfrind-Haber e Haber (2002) scrivono diffusamente di un concetto correlato all’enactment ne ‘ L’expèrience agie partagèe’ ( ‘ L’esperienza agita condivisa’), in cui sottolineano il valore dell’‘azione interpsichica inconscia condivisa’. Questa può essere intesa come una fase preparatoria pre-simbolica, durante la quale il paziente può fare un “salto simbolico” verso il recupero della simbolizzazione, in modo che le interpretazioni successive possano essere sperimentate come significative. Gli sviluppi del concetto di controtransfert tra gli analisti europei includono descrizioni di reazioni inadeguate dell’analista sotto la pressione del transfert del paziente. Il concetto di identificazione proiettiva permette di comprendere la dinamica di questi processi. Sandler, per il suo contributo sulla responsività di ruolo, e B. Joseph per l’approfondimento sulla relazione paziente-analista con il concetto di “situazione totale di transfert”, sono alcuni degli autori che hanno descritto fenomeni vicini all’enactment. Steiner chiarisce così la relazione tra controtransfert ed enactment: “Penso alla disponibilità emozionale ed intellettiva come costitutiva del controtransfert ed alla trasformazione in azione come costitutiva dell’enactment” (Steiner, 2006b, p. 326, citazione tradotta per questa edizione N.d.T ). In Europa, come nelle Americhe, la maggioranza degli analisti sono arrivati a considerare gli enactment come inevitabili, com’è accaduto un tempo con il transfert ed il controtransfert. Comunque, a differenza dell’ampio ventaglio di opinioni presenti tra gli analisti nord e sud americani riguardo all’utilità, desiderabilità e modalità di trattare gli enactment, la maggior parte degli analisti europei, considerando gli enactment essenzialmente come un fallimento della funzione di contenimento dell’analista, ritengono la loro manifestazione utile solo quando l’analista ne diviene consapevole ed è in grado di interpretarli ed elaborarli nel corso del processo analitico. L’‘empatia enactante’di Gibeault (2014), l’‘empatia sensoriale’di De Marchi (2000) e Zanocco (2006) e ‘l’esperienza agita condivisa’di Godfriend-Haber e Haber (2002), sono esempi di concetti correlati all’enactment che pongono tutti l’accento sull’entrare in contatto ed il lavorare analiticamente con elementi preverbali, non ancora rappresentati né simbolizzati. Pur non rappresentando il filone di ricerca principale, essi arricchiscono il dialogo in Europa e nel mondo sull’enactment ed i fenomeni ad esso correlati.

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