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IV. USO DEL CONCETTO IN AMERICA LATINA
In America Latina, molti contributi che vanno ad arricchire la riflessione nell’area delle conseguenze del conflitto psichico - sia relativamente allo strutturarsi dell’apparato psichico che alle manifestazioni cliniche e alla teoria della tecnica - offrono sintesi creative del pensiero di Freud, Klein, Bion e di autori francesi non-lacaniani, in particolar modo Laplanche, Green, Aulagnier e McDougall. Sebbene l’idea di conflitto sia rintracciabile nello Schema Percettivo Operativo Referenziale (ECRO) di Pichon Riviere, nella teoria del controtransfert concordante e complementare di Racker, e nella Teoria della Comunicazione di Lieberman (Borensztejn 2014), gli esempi più rilevanti del pensiero degli autori latinoamericani sul conflitto si possono individuare nei contributi di Angel Garma, Arnaldo Rascovsky, Maurice Abadi e Norberto Carlos Marucco. IV. A. Angel Garma Per Angela Garma , il conflitto principale si situa tra l’Io e il Super-Io. Nella sua concettualizzazione, egli segue l’idea sostenuta da Freud ne “L’Io e l’Es”, per cui la severità della nevrosi è proporzionale alla severità del Super Io. Se il sonno funge da modello per la struttura di ogni operazione, qualsiasi modifica di questa concezione si ripercuoterà sul meccanismo ipotizzato alla base della teoria epigenetica della sintomatologia. Garma ridisegna la modalità di ‘conformazione’ dei sogni dal punto di vista della teoria strutturale. Quando si dorme, l’Io regredisce. Come conseguenza, si allenta la censura che nella vita diurna è usata per mantenere inconsci i contenuti dell’Es, che possono ora essere espressi con minori inibizioni. Ciò produce una situazione che è equivalente al trauma: un Io con deficit in ambito simbolico si confronta con contenuti disturbanti ad alto investimento libidico, quali la scena primaria, l’angoscia di castrazione, il parricidio eccetera. Confrontato con questo stato di cose, l’Io del sognatore può soltanto mascherare i suddetti contenuti ricorrendo a meccanismi di difesa. Una delle finalità della deformazione onirica è l’appagamento dei desideri (1978, pp. 71-78). Ogni sogno finisce per essere, quindi, “un incubo mascherato” (in Rascovsky de Salvarezza , 1974, p.142). Precedentemente, in relazione al trauma e all’esame di realtà, Garma (1946, 1966, 1969) aveva rivisitato e proposto un rovesciamento della concettualizzazione di Freud sui sogni e sui processi allucinatori, giungendo ad affermare: “Deve essere chiaramente compreso che il soggetto che soffre per una nevrosi traumatica allucina perché non è in grado né di rigettare né di controllare, attraverso l’innervazione muscolare o il controinvestimento dell’Io, i contenuti psicologici relativi al trauma, cioè le tracce mnestiche del trauma che sorgono spontaneamente dentro di lui nei giorni successivi ad esso. Questi contenuti agiscono molto intensamente nel soggetto per un certo lasso di tempo e non possono essere evitati, facendolo soffrire di allucinazioni in cui egli esperisce memorie vivide di ciò che gli è accaduto non come mero ricordo, ma come qualcosa di reale ed esterno che sta accadendogli proprio in
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