Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Altre lesioni neurologiche specifiche con conseguenti regressioni e alterazioni degli stati di coscienza sono stati studiati da Wilner e Aubé (2014), Buzsáki (2007) e Uhlhaas et al. (2009). Ulteriori obiettivi degli studi neuro-analitici dell’inconscio dinamico includono i processi del sogno (Solms, 1997; 2000b), i parametri specifici del processo di simbolizzazione primaria (Shevrin, 1997), e la neurobiologia delle pulsioni e degli affetti. (Wright e Panksepp, 2014; Kernberg, 2015; Johnson, 2008). I precisi contorni della relazione tra neuroscienze e psicoanalisi sono il tema di un animato dibattito. L’articolazione tra le due discipline pone un numero di quesiti epistemologici, ontologici, metodologici e clinici che toccano il problema mente-corpo, mente-cervello e più in generale l’approccio interdisciplinare. Il modo con cui questa articolazione può funzionare dipende anche dalla concezione di ciò che ogni analista reputa essenziale per il lavoro psicoanalitico. Come ogni studio interdisciplinare, l’applicabilità delle ricerche delle neuroscienze è stata circondata da riserve, dibattiti e controversie. Storicamente questi problemi sono stati discussi da Freud (1940a), Winnicott (1949), Alexander (1936, 1964), McDougall (1974, 1993), Green (1999), e più recentemente da Hinshelwood (2015), Pulver (2003), Blass and Carmeli (2007, 2013, 2015), Yovell, Solms, and Fotopoulou (2015), Albertini (2015), Scarfone (2014b), e molti altri, coprendo un ampio raggio di prospettive. Molti analisti trovano utile essere informati su queste scoperte emergenti, relative ad aree di specifico interesse psicoanalitico, p.e. i correlati neurobiologici documentati tra eventi traumatici precoci e la loro parziale reversibilità tramite trattamento psicoanalitico (Kernberg, 2015; Blum, 2003, 2008, 2010; Mancia, 2006 a, b.; Busch, Oquendo, Sullivan and Sandberg, 2010). La proposta di Canestri (2015) di discutere sulla “intersezione tra discipline che sono diverse in termini di linguaggio, metodologia ed epistemologia” (p. 1576; citazione tradotta per questa edizione N.d.T.) consente a tutte le parti di continuare ad ascoltarsi reciprocamente.

IV. B. Inconscio Gruppale

IV. Ba. Contesto Teorico Storicamente, i processi inconsci e i contenuti che sottendono i comportamenti di gruppo nella cultura e nella società, vengono trattati da Freud attraverso lo sviluppo della teoria psicoanalitica in più di 20 scritti, tra i quali è rilevante Totem e Tabù (1912-13), dove descrive l’espressione del complesso edipico all’interno della socialità dei gruppi. Successivamente con Psicologia delle masse e analisi dell’Io (Freud,1921), il focus è posto sulla regressione nel gruppo e sui processi primitivi di proiezione e identificazione. Per es. proiezione nel leader del (Super) -Io ideale dei membri del gruppo, che li affranca da costrizioni morali nell’espressione dei bisogni istintuali in particolare quelli di tipo aggressivo, così come i processi identificatori reciproci tra membri del gruppo e il leader. I legami libidinali tra questi, stimolano il senso di appartenenza e una elevata sensazione di forza. Nel Disagio della civiltà (Freud, 1930), è in primo piano come coloro che detengono la leadership del gruppo scatenino contro gli “altri” gruppi impulsi distruttivi sadico-aggressivi precedentemente inconsci.

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