Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

Torna all’indice

a quello delle serie precedentemente studiate. Ci sono casi in cui tutto il peso della determinazione ricade sulle esperienze sessuali dell’infanzia, in cui queste impressioni manifestano un effetto sicuramente traumatico e non hanno bisogno in ciò di alcun altro sostegno, tranne quello che possono offrire loro la costituzione sessuale media e un suo sviluppo incompiuto. Accanto a questi, ce ne sono altri ove l’accento è posto tutto sui conflitti successivi e il rilievo che nell’analisi hanno le impressioni infantili appare esclusivamente opera della regressione. Dunque, abbiamo da una parte la “inibizione evolutiva” e dall’altra la “regressione” e, tra questi due estremi, tutte le possibili combinazioni in cui tali fattori agiscono congiuntamente.” (Freud, Opere, Vol.8, 1916-1917, p.520). Nelle sue riflessioni retrospettive del 1925 egli si riferì solo alla scoperta degli aspetti sessuali delle fantasie infantili: “mi vidi invece costretto a riconoscere che tali scene di seduzione non erano mai avvenute in realtà, ma erano solo fantasie create dall’immaginazione dei miei pazienti – e magari anche suggerite da me” (Freud Opere, Vol.10, 1925, p.102). Tutto sommato, mentre la teoria psicoanalitica e la teoria della patogenesi diventavano sempre più complesse nelle formulazioni di Freud, la nozione di conflitto in relazione al trauma, le sue cause e conseguenze multiple, avrebbero acquisito un carattere ‘sovra-determinato’ e ‘complementare’. Il concetto di potenti eccitazioni traumatiche che sfondano la barriera protettiva contro gli stimoli esterni (Freud 1920) gradualmente cedette il passo ad una definizione del trauma come impotenza dell’Io davanti a un pericolo reale o immaginario, interno o esterno (Freud 1926), che può manifestarsi in qualsiasi momento della vita, dove l’immaturità dell’Io predispone l’individuo all’impotenza. Le produzioni nevrotiche sono connesse ad esperienze reali, perfino traumatiche, o a fantasie di desiderio? La questione di quale sia la “verità”- l’autenticità delle scene di seduzione o la loro natura fittizia - percorre l’intera teoria psicoanalitica (Rand & Torok, 1996, p. 305), e la complessità dell’intreccio di finzione e verità trova la sua migliore dimostrazione nei casi clinici di Freud (Freud 1905 b; 1909 a, b; 1910 a; 1911 b; 1918). Ilse Grubrich-Simitis (1987, 2000) sostiene che sarebbe stato molto più facile per Freud continuare a rimanere fedele alla sua teoria della seduzione iniziale. L’abuso sessuale nell’ambiente familiare era un fenomeno conosciuto, anche se rappresentava una deviazione dalla norma. Il modello del trauma avrebbe sottolineato la differenza tra la normalità e la patologia. Al contrario, il modello della pulsione si riferisce al fatto innegabile dei propri antichi desideri infantili di conquista e di omicidio, e della inevitabilità della propria natura istintuale (pulsionale). Sebbene Freud abbia sottolineato in tutte le sue opere il trauma come fattore eziologico cruciale, quest’enfasi sui fattori interni può aver contribuito al fatto che la discussione teorica dei concetti psicoanalitici “ha spinto sempre più in secondo piano le cause traumatiche rispetto ai conflitti pulsionali e le fissazioni della libido”. (Bohleber, 2000, p. 802; citazione tradotta per questa edizione. N.d.T.). Le teorie psicoanalitiche contemporanee del trauma prendono in considerazione il tipo e l’intensità del trauma, e le condizioni psicologiche della persona esistenti prima degli effetti del trauma, nonché la reazione dei caregiver e dell’ambiente nei confronti della vittima del trauma.

21

Made with FlippingBook - professional solution for displaying marketing and sales documents online