Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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del Nord e lì divenuti importanti, erano schierati con Anna Freud. Come conseguenza, fino a tempi relativamente recenti, sono mancati supervisori o analisti di training con formazione kleiniana in Canada e negli USA. (Una delle eccezioni più significative è quella di Clifford Scott, un Canadese analizzato da Melanie Klein e formato alla British Psychoanalytic Society, ed infine divenutone Presidente prima di tornare in Canada nel 1954. Scott lasciò una traccia precisa a Londra e su tre generazioni di analisti anglofoni e francofoni a Montreal). Questa situazione ha cominciato a cambiare gradualmente negli ultimi quattro decenni, quando un certo numero di analisti latino americani formati alle teorie kleiniane emigrarono negli Stati Uniti e in Canada e cominciarono ad assumere posizioni influenti nelle società analitiche locali. Questo stato di cose ha costituito un ostacolo per un vero sviluppo del pensiero kleiniano in America del Nord, ma anche un'opportunità. Mancando una solida cultura e tradizione di pensiero kleiniano, gli analisti nordamericani che studiarono la Klein e che divennero 'ad orientamento kleiniano' e 'influenzati dalla Klein', si sentirono più liberi di adattare e di applicare le idee kleiniane e neokleiniane rispetto ai colleghi più ortodossi di altre aree. Gli esempi più notevoli sono James Grotstein, un'autorità riconosciuta a livello internazionale su Klein e Bion, che ha esteso la teorizzazione sull'identificazione proiettiva, introducendo il concetto di 'trans-identificazione proiettiva' (Grotstein 2005, 2008); e Thomas Ogden (1980, 1982, 1992a,b,) che ha presentato la sua personale sintesi creativa su Klein, Fairbairn, Bion e Winnicott, esplorando le strutture fluide profonde (consce e inconsce) dell’esperienza e della conoscenza . E' grazie a questi sviluppi che molti analisti nordamericani sembrano apprezzare i concetti di identificazione proiettiva e/o contenimento (vedi le voci specifiche IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA e CONTENIMENTO), pur considerandole talvolta solo come un processo di induzione interpersonale inconscia. I kleiniani nordamericani hanno tentato di seguire ed utilizzare la nozione kleiniana di fantasia inconscia come un complesso fondamentale di rappresentazioni 'animate' (l'aggettivo ‘animate’ qui in inglese sta come in ‘cartoni animati’, ossia ‘in movimento’; N.d.T.) per interazioni desiderate, temute o immaginate tra il Sè e l'oggetto, che costituiscono, strutturano e informano il mondo interno individuale. Si potrebbe chiamare giustamente questa posizione 'il punto di vista drammatico' e considerarla come un'aggiunta ai punti di vista più classici – dinamico, topografico, economico, genetico e strutturale - della metapsicologia freudiana. Vista sotto questa luce, la fantasia inconscia svolge un ruolo importante nella comprensione delle condotte, dei sentimenti e del carattere dei pazienti e il transfert può essere visto come una manifestazione o un'esternalizzazione della fantasia inconscia e conseguentemente la via regia per la sua comprensione. Per alcuni, comunque, c'è una riserva, che risiede nell'obiezione della Klein stessa a questa idea, in quanto potenzialmente essa colpevolizza il paziente per i problemi controtransferali dell'analista. L'influenza del pensiero di Bion in America del Nord deriva in parte dal fatto che egli passò molti anni dell'ultima parte della sua vita in California, dove un gruppo di analisti americani si sottopose al suo insegnamento diretto. Grotstein e Ogden, ed anche Harold Boris

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