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inconsce sottostanti, all'interno di una concezione che prevedeva la co-determinazione reciproca dei fenomeni di campo: "Pertanto, la situazione analitica deve essere concepita... come una situazione tra due persone che sono inevitabilmente connesse e complementari finché la situazione dura, e sono coinvolte nello stesso processo dinamico... L'analista …interviene nonostante la sua necessaria neutralità e passività – come un partecipante a tutti gli effetti" (Baranger M. e Baranger W., 1961-62, p. 8; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). L’attenzione si focalizza sugli aspetti inconsci della relazione bi-personale, sullo sfondo della loro elaborazione profonda nella partecipazione controtransferale dell'analista, come concettualizzato da Racker, Heimann e Money Kyrle (de Leon de Bernardi 2008). I Baranger seguirono in parte Heimann quando iniziarono a considerare il controtransfert come un fenomeno globale e un valido strumento tecnico -sviluppi che erano già stati delineati a Buenos Aires da Racker - ma mentre la Klein e persino Heimann pensavano al transfert e al controtransfert dal punto di vista intrapsichico del paziente e dell'analista, i Baranger ponevano fin dall'inizio l'accento sul contributo dell'analista. In questo dunque si affiancano a Racker (1948), che considerava non solo la caratteristica ripetitiva del controtransfert, ma anche i suoi nuovi aspetti creati dalla relazione analitica. La loro ipotesi centrale era che nell'incontro analitico emergessero nuove strutture (gestalt) e fantasie condivise, come prodotto dell'interazione delle identificazioni reciproche tra paziente e analista. La trasformazione di queste fantasie genera le dinamicha del campo analitico. Questa visione rappresenta un cambiamento radicale rispetto all'approccio unipersonale dell'epoca: "La fantasia di base sottostante a una seduta non è semplicemente la comprensione da parte dell'analista della fantasia del paziente, ma qualcosa che si costruisce in una relazione di coppia... Questa fantasia si forma gradualmente attraverso l'interazione dei processi di identificazione proiettiva e introiettiva e delle controidentificazioni, processi che con i loro limiti, le loro funzioni e le loro diverse caratteristiche, operano all'interno del paziente e dell'analista" (Baranger M. e Baranger W., 1961-62, p. 19; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Il concetto stesso di fantasia di base sottostante ha diverse fonti. La prima è la concettualizzazione della struttura della fantasia di Susan Isaacs, come espressione dei diversi aspetti della vita psichica (impulsi, sentimenti e difese). Altre fonti sono la nozione di identificazione proiettiva della Klein, e le concettualizzazioni di Bion sugli assunti di base sul funzionamento del gruppo (Baranger M, 1992) che si applicano alla psicoterapia psicoanalitica di gruppo, la cui pratica si è successivamente sviluppata sia in Argentina che in Uruguay. La seduta è lo scenario in cui si agiscono le relazioni oggettuali primarie , mentre la nozione di fantasia fornisce al campo analitico la dimensione ‘come se’ della sua ‘ambiguità essenziale’ per quanto riguarda gli aspetti funzionali, spaziali e temporali. La dimensione manifesta della relazione analitica è concepita in relazione dialettica con gli aspetti inconsci fantasmatici. L' interpretazione dell'analista si concentra quindi sugli aspetti del transfert e del controtransfert legati alla relazione in atto con l'analista. Questa visione si è sviluppata a partire da una prospettiva che si confrontava criticamente con le posizioni di Freud e della Klein, pur accogliendo gli aspetti essenziali dei loro contributi. I Baranger non erano d'accordo con l’impostazione ‘archeologica’ di Freud, che rischia di esagerare il punto di vista storico-‘geologico’ dello sviluppo e della fissazione della libido (Baranger M. e Baranger W., 1961-1962/2008, pp. 811-812). Pur concordando con l'opinione della Klein - secondo cui la relazione di transfert attualizza esperienze arcaiche che devono essere interpretate nella relazione attuale con l'analista – i Baranger sottolineano l'importanza del contributo del controtransfert dell'analista, enfatizzando la sua partecipazione attiva. Essi mettono in luce l’importanza del "contatto profondo con una persona e la struttura profondamente diversa che si crea tra noi e quella persona" (Baranger M. e Baranger W., 1961-62, p. 19; 1961-1962/2008, p. 806; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.).
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