Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Questa struttura è radicalmente diversa da ciascuno dei singoli input individuali dei partecipanti. I due autori si rifanno a Susan Isaacs (1948) nel considerare i livelli più primitivi di questo contatto (‘fantasie primarie’) come espressioni di modi di comunicazione non verbale: esperienze emotive, modi diversi di reagire e di agire, il linguaggio del corpo che si stabilisce tra paziente e analista. Qui, la ‘logica dell'emozione’ guida i processi interpretativi e le inferenze relative al controtransfert e al transfert. L'esperienza emotiva e di vita dell'analista, e la sua flessibilità nei processi di identificazione parziale e concordante con il paziente (Racker, 1957) permettono di selezionare il punto di ‘urgenza’, che appare come l'espressione più diretta degli aspetti inconsci del paziente. Allo stesso tempo, la sensazione di maggiore o minore urgenza è regolata dalla comprensione da parte dell'analista delle ansie paranoiche o depressive del paziente. Gli aspetti inconsci si esprimono in varie manifestazioni di ansia e in ‘modelli stereotipati di esperienza e di comportamento’. Come notano i Baranger: "L'uso dell'identificazione proiettiva da parte del paziente, favorito dalla regola fondamentale, permette la ri-attualizzazione di schemi di reazione derivanti da situazioni passate che non sono state superate" (Baranger M. e Baranger W., 1961-62, p. 31; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.) Fenomeni come il ‘ bastione ’ rivelano aspetti cristallizzati e dissociati della psiche e i suoi meccanismi di difesa più primitivi, che sfuggono al processo di libera associazione verbale e operano invece silenziosamente. Talvolta, la narrazione e il recupero di ricordi della storia del paziente, guidate dal processo di libere associazioni, avviene in parallelo all'esistenza di un nucleo difensivo cristallizzato rimasto scisso dall'apparente avanzamento dell'analisi, il cui crollo provoca nel paziente profonde esperienze catastrofiche. Inizialmente, gli autori considerarono il bastione fondamentalmente dal punto di vista intrapsichico. Tuttavia, ben presto cominciarono a parlare del suo affiorare quando si trovarono ad analizzare una struttura stabile, complessa e reciproca, che tende a "cristallizzare una certa configurazione nel campo e a condizionare l'emergere di fantasie ricorrenti". Questa configurazione è piuttosto complessa, poiché comprende manifestazioni di tutte le agenzie psichiche del paziente, la posizione dell'Io, dell'Es, del Super-io, degli oggetti interni in diversi punti del campo con le loro determinate funzioni" (Baranger M. e Baranger W., 1961-62, p. 36; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Si possono cogliere echi del concetto di ‘controtransfert complementare’ di Racker (1957), di ‘identificazione proiettiva’ di Klein e di ‘controidentificazione’ di Grinberg (1957) laddove i Baranger scrivono che "l'insieme delle nevrosi di transfert-controtransfert tende a costituire un blocco granitico puramente ripetitivo che paralizza completamente il processo analitico" (Baranger M. e Baranger W., 1961-62, p. 37). Tale idea di bastione può avvicinarsi al concetto più recente di Joseph Sandler (1976) di ‘responsività di ruolo’ e agli sviluppi contemporanei della nozione di enactment (de Leon de Bernardi e Bernardi, 2005; Cassorla, 2005). Nel 1979 e nel 1982 (Baranger M., Baranger W. e Mom, 1982) il bastione è presentato come una formazione difensiva del campo che coinvolge sia il paziente che l'analista. Con questo avanzamento concettuale, uno dei fattori più importanti per il progresso di un'analisi diventa la comprensione da parte dell'analista delle proprie risposte complementari ai modi inconsci di relazionarsi del paziente, che vengono messe in atto silenziosamente attraverso l'interazione analitica. Nel confronto con l’esperienza regressiva di riconoscere ed analizzare la micro-nevrosi di controtransfert , l'interpretazione offre la possibilità di un duplice risanamento, sia per il paziente che per l'analista. Gli autori tornano sul tema dell'osservazione del campo nei suoi due aspetti di auto- osservazione ed etero-osservazione del paziente e dei tipi di interazione che si stabiliscono. Attraverso

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