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Mauro Gus (2016) ha studiato le difese perverse all'interno del campo; Leticia Glocer Fiorini (2016) ha collegato le idee di intersoggettività, alterità, e terzietà dalla prospettiva della complessità del campo; Beatriz de Leon de Bernardi (2015; 2017) ha lavorato con la metafora e la spirale dialettica nella prospettiva di campo; Elsa Rappoport de Aisemberg (2017) ha enfatizzato l'aspetto della comunicazione inconscia del campo; Juan Tubert Oklander (2017) ha collegato il concetto con la psicoanalisi relazionale nordamericana; Norberto Y. Marucco (2017) ha fatto riferimento al lutto e al corpo nel campo analitico; Roosevelt Cassorla (2017a) ha proposto il campo dei sogni e dei non sogni (sotto). Inoltre, Roosevelt Cassorla (2017b) ha studiato i " sottocampi" dell'interpretazione e del perturbante nel campo analitico (Cassorla 2019). II. Cba. Luis Kancyper Secondo Luis Kancyper (1998, 1999), la chiarificazione della fantasia inconscia di base richiede un lavoro complesso e meticoloso da parte dell’analista. In particolare, il concetto di campo implica un "secondo sguardo" ("dual vision") da parte dell'analista, al fine di smantellare l’“assemblaggio fantasmatico” delle dinamiche intersoggettive e di dedurre, se possibile, la propria storia intrasoggettiva. L'obiettivo è quello di evidenziare quali "pagine mal rilegate" della propria storia sono agganciate alle "pagine mal rilegate" dell'altro, e in che modo la collusione tra le fantasie inconsce, le identificazioni, i miti e i patti di sangue di entrambi hanno dato origine, alla fine, a un assemblaggio fantasmatico condiviso, in cui ciascuno mantiene un ruolo stereotipato e ripetitivo. Ne consegue che, attraverso la fantasia inconscia del campo, si può iniziare a svelare il funzionamento psichico e la storia intrasoggettiva di ciascun partecipante passando dall' intersoggettività all'intrasoggettività, dall'hic et nunc al passato e al futuro, da questo precipitato apparentemente senza tempo alla temporalità del passato e del futuro (Kancyper, 1998). Secondo Kancyper, il concetto di campo dei Baranger può essere inteso come un macroconcetto del pensiero complesso, uno snodo cruciale su cui interrogarsi. Da questo punto di vista, tutti i riferimenti al nodo gordiano delle relazioni tra intrapsichico, intersoggettivo e trans-soggettivo sono collegati. Ciò è in linea con Edgar Morin (2007) che sostiene la necessità dei macro-concetti, analoghi all'atomo come costellazione di particelle, e al sistema solare come costellazione intorno a una stella, sottolineando in questo modo la necessità di pensare in termini di una solidarietà di concetti in cui la complessità non porti alla soppressione della semplicità. Piuttosto, in tal modo, si integrano al massimo i modi di pensare in maniera semplice, evitando al contempo le conseguenze riduzionistiche, mutilanti, unidimensionali e infine accecanti della semplificazione intesa come immagine vivente di ciò che è reale. Secondo Kancyper, il concetto di campo analitico dei Baranger ha aperto nuovi modi di considerare l’individualità in concomitanza con il consolidamento dell'alterità, consentendo di rivedere la propria storia e quella dell'altro riconoscendo i collegamenti e i punti di somiglianza, la differenza e la complementarità. Un altro aspetto sottolineato da Kancyper è la relazione tra campo analitico e clima affettivo. Il campo è caratterizzato dal proprio carattere dinamico e i suoi movimenti si registrano simultaneamente a due livelli: nel contenuto del pensiero e nella circolazione degli affetti, così come nell'intreccio di entrambi. Kancyper ha scritto che gli analisti devono percepire la Stimmung , cioè il clima o l'atmosfera di una seduta, e auscultare minuziosamente con il loro "stetoscopio controtransferale" i diversi sentimenti e affetti che si presentano nella situazione analitica. La Stimmung rivela ciò che è ineffabile
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