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III. SVILUPPI DI PROSPETTIVE SPECIFICHE
III. A. Prospettive specifiche in Nord America: principalmente Stati Uniti Negli Stati Uniti l’intersoggettività come orientamento psicoanalitico è intesa come una teoria che spiega le influenze che interessano le relazioni fra le persone. Il termine è stato applicato allo sviluppo infantile (Trevarthen, Stern) per spiegare la reattività e la responsività reciprocamente coordinate e co-create nell’interazione tra caregiver e bebè, che favorisce lo sviluppo di quest’ultimo (Beebe e Lachmann). Il termine è stato inoltre utilizzato per spiegare l’interazione delle soggettività di analista ed analizzando. In questo uso l’intersoggettività sposta l’enfasi tradizionale su transfert e controtransfert verso un’espressione allargata dell’esperienza soggettiva dell’analista. Il termine è stato anche applicato per spiegare lo specifico emergere di un “terzo” nella relazione psicoanalitica (Benjamin) o in ogni intima relazione diadica o gruppale (Lichtenberg), ossia un ambiente emotivo e un particolare modo di fare e di essere che è un qualcosa in più e di differente rispetto alla soggettività degli individui coinvolti. Ispirandosi in particolare alla filosofia di Husserl, Robert D. Stolorow introdusse il tema dell’intersoggettività nella Psicologia del Sé. L’uso di Stolorow è in diretta opposizione a ciò che egli chiama “il mito cartesiano della mente isolata”. L’intersoggettività come prospettiva dominante sostituisce l’enfasi tradizionalmente predominante sui processi intrapsichici presente nella teoria freudiana del conflitto binario tra pulsioni e nella sua successiva elaborazione nella Psicologia dell’Io. Differenti usi dell’intersoggettività sono stati incorporati nelle teorie relazionali dalle concettualizzazioni che si rifanno alle idee di Sullivan sulla relazione interpersonale e la teoria del campo. Nella teoria relazionale, l’intersoggettività può essere considerata come la matrice a partire dalla quale hanno luogo tutte le comunicazioni e gli scambi – nelle diadi, nella famiglia, nei gruppi e nelle culture. Inoltre, l’intersoggettività è fortemente implicata nell’abilità di un individuo di calarsi empaticamente negli altri (Kohut) e mentalizzarli (Fonagy). L’approccio intersoggettivo, quando è impiegato nel contesto di teorie relazionali, del Sé o del Campo, dà luogo a resoconti che tendono ad essere vicini all’esperienza e vicini ai concetti dei filosofi fenomenologici. Quando è impiegato nella cornice della Psicologia dell’Io contemporanea o dell’orientamento Post-bioniano, i resoconti tendono ad includere la contestualizzazione intersoggettiva del livello metapsicologico del discorso teorico. III. Aa. Prospettive della Psicologia del Sé La Psicologia del Sé cominciò trasferendo l’enfasi dall’Io ad un focus intrapsichico. A questo focus Kohut (1971) aggiunse la concezione di una relazione specifica tra il sé e l’oggetto-sé. Secondo questo concetto, un deficit nel sé, ad es. nella regolazione dell’ansia, viene riparato tramite l’interiorizzazione trasmutante della funzione, che dall’oggetto passa al sé. Questa relazione - fra un sé che diventa coesivo attraverso l’attività dell’oggetto-sé e
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