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(L’approccio metapsicologico all’intersoggettività da parte di Laplanche sarà specificato più oltre). Negli Stati Uniti anche Loewald - di recente aggiunto al gruppo dagli analisti canadesi francofoni (vedi la voce TEORIA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI) e, in tal gruppo, unico autore analitico non francofono oltre a Winnicott - ha rifiutato l’indipendenza delle relazioni oggettuali e delle pulsioni in una ‘revisione del concetto stesso di istinto’ (1972). Egli sostiene che le pulsioni istintuali, intese come forze psichiche, piuttosto che come dati costituzionali o innati debbano essere concettualizzate come qualcosa che si organizza attraverso le interazioni del primitivo campo psichico unitario madre-bambino. Nel suo porre in rilievo il concetto freudiano del ‘legare’, Loewald vi comprende le implicazioni relazionali che non sono evidenti in Freud, nel cui pensiero si potrebbe intendere che la fusione e la defusione, il legare e lo slegare si verifichino in un vuoto senza oggetto. Loewald pensa che per legare gli istinti ci sia bisogno della ‘mediazione’ dell’oggetto, sia ai fini del loro ‘addomesticamento’ che della loro rappresentazione. Sebbene Loewald utilizzi la traduzione di Strachey di ‘trieb’ con ‘istinto’, gli analisti francofoni nordamericani contemporanei considerano il suo pensiero coerente con i contributi della terza topica/terzo modello, come è illustrato dalla seguente citazione: “Tutto ciò che possiamo chiamare pulsioni istintuali, in quanto forze psichiche, sorge e viene organizzato innanzitutto nella matrice del campo psichico unitario madre-bambino, dal quale campo, attraverso multiformi processi interazionali, la psiche infantile gradualmente si stacca divenendo un centro relativamente più autonomo di attività psichica. In questa prospettiva le pulsioni istintuali nella loro forma originaria non sono forze immanenti in una psiche primitiva autonoma e separata, bensì sono le risultanti di tensioni nella matrice psichica madre-bambino e, successivamente, fra la psiche infantile immatura e la madre. Gli istinti, in altre parole, devono essere visti come fenomeni relazionali fin dall’inizio, e non come forze autonome in cerca di scarica, intendendo quest’ultima nel senso nel senso di un qualche tipo di svuotamento di un potenziale di energia in un sistema chiuso o fuori di esso” (Loewald 1972, p. 242; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). III. Cc. Prospettiva dal Canada francofono: orientamenti connessi alla ricezione della ricezione dell’orientamento intersoggettivo statunitense. La ricezione dell’orientamento intersoggettivo statunitense nella psicoanalisi francese è inseparabile dal dibattito in corso fra la psicoanalisi francofona da una parte e quella statunitense dall’altro, includendo in quest’ultima almeno parzialmente anche la psicoanalisi di orientamento anglofono ovunque nel mondo. Gli analisti francesi considerano la scuola psicoanalitica britannica come un ponte fra la psicoanalisi statunitense e quella francese. Ciò divenne più evidente quando Winnicott e Bion divennero riferimenti significativi negli scritti di importanti psicoanalisti francesi.
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