Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Sé e di un falso Sé (D. W. Winnicott) è stata in larga misura accettata, ma non completamente, perché non è stata accettata l’idea del Sé come qualcosa di realmente differente dall’Io. Alcuni autori si riferiscono al Sé in modi diversi, non esattamente il Sé di Jacobson o quello di Kohut. La difficoltà nell’usare il concetto del Sé in modo chiaro ha costituito probabilmente una ragione per cui esso non ha avuto un gran successo in Francia. Tale difficoltà ha condotto gli analisti ad usare il concetto di soggetto con un significato differente da quello di Lacan, la cui teoria e pratica non sono state seguite dagli psicoanalisti francesi appartenenti all’IPA. L’idea è che vi sia una parte dell’Io (e cioè il soggetto) che integra le spinte pulsionali attraverso il legame con gli oggetti. Questa è stata l’elaborazione di Raymond Cahn (1991), che pone l’accento più sul processo di ‘ appropriazione soggettiva ’ che sul soggetto stesso. A tale elaborazione ha fatto seguito una riflessione sul processo di soggettivazione, con contributi principali da parte di Bernard Golse (2006) e René Roussillon , in un libro curato da Françoise Richard e Steven Wainrib (2006). Green (2002), affrontando questa complessità, ha proposto una ‘lignée subjectale’ [una linea soggettuale]. III: Cdb. Le relazioni oggettuali,le interazioni e l’interpsichico Un importante autore francese, Maurice Bouvet , ha elaborato una teoria delle relazioni oggettuali contemporaneamente a E. Jacobson, ma in un modo differente. Questa linea di pensiero ha condotto a ricerche sulla dinamica transferale-controtransferale nella seduta, e Michel De M’Uzan (1978/1994) ha descritto la ‘ chimera’ e il ‘pensiero paradossale’ , intendendoli come una comunicazione da inconscio a inconscio, qualcosa che va a crearsi dentro l’analista durante la seduta, proveniente dal paziente e dall’analista e che prende forma nella mente di quest’ultimo. Si tratta della descrizione di un’entità intersoggettiva, che è parte dei due protagonisti della seduta. Ad un altro livello, altri autori hanno studiato le interazioni fra paziente ed analista mantenendo ferma l’attenzione all’inconscio e alle pulsioni. René Kaës (1976) ha studiato il funzionamento di gruppo mettendo in luce il gioco dell’intersoggettività e la creazione di una nuova entità all’interno di un gruppo: l’‘apparato psichico gruppale’ (l’appareil psychique groupal). Indagando principalmente la psicosi e la schizofrenia fin dagli inizi degli anni Sessanta, Paul-Claude Racamier (1992) ha descritto i legami , le interazioni e i ruoli all’interno di una famiglia psicotica o all’interno delle istituzioni. Serge Lebovici (1994) ha introdotto in Francia il concetto di enactment, per lui ‘ mise en jeu ’, con cui si intende la ripetizione, nell’interazione transfert- controtransfert in seduta, di un agire interpersonale tra l’analista e la coppia madre/bambino. Il lavoro degli analisti belgi francofoni Nicole Carels , Marie-France Dispaux , Jacqueline Godfrind-Haber , Maurice Haber (2002) ha riguardato il ruolo dello spazio interpsichico, in cui confluiscono i movimenti transferali e controtransferali, per quanto riguarda i cambiamenti intrapsichici del paziente. Essi hanno preso in considerazione l’‘ esperienza agita condivisa ’ (l’expérience agie partagée) ed hanno lavorato sui confini tra intrapsichico e interpsichico. Bernard Brusset (2006), che preferisce parlare di interpsichico piuttosto che di intersoggettività - concetto troppo fenomenologico per lui - riguardo alla sfera dell’interpsichico ha utilizzato la concettualizzazione della ‘Terza

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