Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Gli studi di Delia Lenzi , Claudia Trentini ed al. (2008) sulle madri mentre osservano le espressioni di angoscia e di gioia dei loro bambini, mostrano l’intensa attivazione del sistema specchio, mentre il guardare il volto dei loro bambini quando esso ha un’espressione più neutra e ambigua attiva nelle madri le aree fronto-parietali dell’emisfero sinistro. Utilizzando la prospettiva interdisciplinare delle neuroscienze affettive evolutive ( neuropsicoanalisi ) Allan Schore (1999, 2011), riferendosi ai suoi studi e quelli di molti altri su questo argomento, mostra come i due emisferi cerebrali abbiano differenti pattern corticali e subcorticali di connessione e ruoli diversi per vari aspetti della sopravvivenza e dell’apprendimento riguardo a sé stessi nel mondo. La focalizzazione sulla maturazione iniziale dell’emisfero destro - dominante per i primi tre anni di vita nel contesto della neurobiologia evolutiva dell’attaccamento - lo ha portato a sostenere che “l’auto-organizzazione del cervello in sviluppo avviene nel contesto di una relazione con un altro sé, un altro cervello” (Schore, 1996, p. 60; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Le transazioni dell’attaccamento sono costituite da transazioni affettive dell’emisfero destro fra madre e bebè (Schore, 1994). Nell’attuale letteratura neurobiologica, l’emisfero destro è dominante per le ‘esperienze emotive soggettive’ (Wittling e Roschmann, 1993). “Il ‘trasferimento dell’affetto’, che avviene in un’interazione tra gli emisferi destri della diade madre-bambino e di quella terapeutica è meglio descritto come ‘intersoggettività’… Gli studi attuali dell’emisfero destro stanno perciò mostrando in modo dettagliato la neurobiologia della soggettività ” (Schore 1999, p. 52; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Schore chiarisce che come il cervello sinistro comunica il proprio stato al cervello sinistro degli altri attraverso i comportamenti linguistici consci, il cervello destro - per mezzo della prosodia, dei movimenti facciali sottili, dei movimenti oculari rapidi, della gestualità ecc. - comunica i propri stati inconsci al cervello destro degli altri, sintonizzato per ricevere tali comunicazioni. L’emisfero destro visuo-spaziale viene descritto come non-lineare, meglio equipaggiato per riflettere e comunicare stati emozionali di flussi energetici pulsanti e non lineari tra i componenti di un sistema mente- corpo auto-organizzante, dinamico, lateralizzato a destra. In questo contesto, Schore (1994) e Shevrin (2010) sostengono che i modelli economici di Freud, a lungo considerati obsoleti, debbano essere aggiornati e reintegrati nella psicoanalisi. In opposizione all’analisi ‘lineare’ consecutiva dell’informazione da parte dell’emisfero sinistro, l’emisfero destro mostra un’alta sensibilità alle condizioni e perturbazioni iniziali, una caratteristica propria dei sistemi caotici (Ramachandran e al., 1996). L’emisfero destro utilizza il pensiero per immagini, una strategia olistica e sintetica che risulta adattiva quando l’informazione è “complessa, internamente contraddittoria e fondamentalmente irriducibile a un contesto non ambiguo” (Rotenberg, 1994, p. 489; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Queste caratteristiche si applicano anche all’attività mentale del processo primario, che è una funzione della mente inconscia che ha sede nell’emisfero destro (Galin, 1974; Joseph, 1996). Efrat Ginot (2007) ha esaminato il modo in cui gli stili di attaccamento impliciti, codificati a livello neurale, trovino ripetuta espressione nel corso della vita e vengano alla luce negli enactment. L’autrice postula che gli enactment sono manifestazioni intersoggettive di modelli di attaccamento codificati a livello neurale acquisiti nel contesto delle relazioni primarie. Ciò esemplifica come aree di studio apparentemente scollegate, in questo caso

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