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Relativamente a questa area geografica, in molte teorie relazionali, del Sé, e del campo intersoggettivo, le spiegazioni intersoggettive tendono ad essere vicini all’esperienza e ai concetti filosofici fenomenologici. Sempre in Nord America, nella concettualizzazione dei processi e delle configurazioni intersoggettive all’interno della contemporanea Psicologia dell’Io Intersoggettiva, così come negli orientamenti post-kleiniani e post-bioniani oltre che in molti di quelli francesi, si continua a dare importanza alla pulsione, all’inconscio e alla metapsicologia. Vi sono delle sovrapposizioni , soprattutto fra la Psicologia dell’Io Intersoggettiva nordamericana, le prospettive post-bioniane e le prospettive francesi. Nel Nord America, le differenze significative sono più acute fra le concettualizzazioni francesi dell’Intersoggettività e gli orientamenti dominanti del pensiero intersoggettivista provenienti dalla Psicologia del Sé e dal movimento relazionale. In particolare, vi è un divario fra i presupposti in base ai quali sono costruite le teorie in questi due approcci, specialmente per quanto riguarda le implicazioni per la metapsicologia psicoanalitica. In America Latina, esistono analoghe testimonianze di convergenze e divergenze riguardo all’intersoggettività fra la prospettiva del Legame e la prospettiva relazionale. La prospettiva del Legame - basata sul pensiero psicoanalitico britannico post-bioniano delle relazioni oggettuali e su quello francese post-lacaniano e che trova applicazione nel contesto clinico gruppale e familiare - aderisce al concetto freudiano della sessualità infantile come motivazione essenziale, e non implica un cambiamento di paradigma. Dall’altra parte la prospettiva relazionale, erede di Ferenczi, Balint, Fairbairn, Bowlby, Winnicott e Kohut, sviluppa ulteriormente le idee degli autori contemporanei nordamericani relazionali, intersoggettivisti, e della Psicologia de Sé - come Lichtenberg, Mitchell, Stern, Stolorow, Renik, Benjamin e altri - e implica un cambiamento di paradigma per cui l’analista diventa un ‘facilitatore’ della relazione analista-paziente. L’approccio relazionale espande inoltre la considerazione delle motivazioni primarie al di là dei desideri edipici, mettendo in evidenza fra le altre il gioco, l’attaccamento e il riconoscimento. Tra le convergenze fra l’approccio basato sul Legame e quello relazionale troviamo la concettualizzazione del transfert inteso non solo come ripetizione ma anche come evento nuovo. Entrambi gli approcci, inoltre, includono sia il ‘caso’ che l’’evento’ come elementi della motivazione psichica. In Europa , all’origine della concezione dell’intersoggettività si può individuare un insieme di elementi che vanno a combinarsi tra loro: gli sviluppo dell’analisi infantile, la concezione dell’identificazione proiettiva, l’estensione del concetto di controtransfert, la riflessione teorica riguardo al soggetto, il processo di soggettivazione (Cahn) e l’oggetto. Hanno avuto una certa influenza anche la Teoria del Campo e il concetto di enactment, teorizzazioni che hanno avuto origine in America. Uno dei tratti specifici dell’Europa è la perdurante importanza della metapsicologia freudiana e, sul piano clinico, l’esplorazione in profondità delle difficoltà incontrate nel lavoro analitico con gli adolescenti, con la patologia borderline, con la psicosi e con i gruppi. Il mainstream in Europa considera l’intersoggettività come il tenere conto durante il trattamento psicoanalitico della presenza di due soggetti dotati
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