Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Il caso di Emma, che soffre di agorafobia nell’entrare in negozi da sola (in seguito indicato come “il modello di Nachträglichkeit nel caso di Emma” dalla teoria post-freudiana europea e nordamericana sull’argomento, e come paradigma della teoria latinoamericana) racchiude la prima definizione di Freud della Nachträglichkeit, ma anche la sua precoce comprensione del ruolo del trauma, della temporalità e della memoria, della sessualità, dello sviluppo, nonché della difesa, nella genesi della nevrosi e nel lavoro clinico, così riassunta in questa sua affermazione sempre attuale: “Abbiamo qui l’esempio di un ricordo che produce un affetto che non aveva prodotto allo stato di esperienza, perché nel frattempo i cambiamenti della pubertà hanno reso possibile una diversa comprensione dei fatti ricordati. … Troviamo sempre che viene rimosso un ricordo il quale è diventato un trauma solo più tardi [by deferred action]” (Freud, 1895b, p. 255-256; corsivo aggiunto). In questa affermazione, la Nachträglichkeit è nella relazione tra i termini memoria-rimozione-trauma. L’intera citazione è la definizione del concetto, la cui dinamica risulta dall’interazione tra i tre termini della relazione e dall’ordine determinante tra loro: ossia in relazione a ciò che viene rimosso, a come viene rimosso, a come diventa trauma, a come il ricordo assume significato. Già Jean-Martin Charcot aveva descritto l’organizzazione cronologica dei sintomi dell’isteria in due fasi, con una terza fase - chiamata periodo di incubazione psichica o elaborazione psichica - situata tra l’evento traumatico (lo shock) e l’effetto posteriore [post- effect] manifesto (il sintomo). Come allievo di Charcot (Freud era il suo traduttore tedesco) e preoccupato di liberare i sintomi psichici dall’impasse eziologico della teoria della degenerazione, Freud prese sul serio i riferimenti cronologici del Maestro dell’Ospedale Salpétrière. Di conseguenza, concentrò la sua attenzione sullo stadio intermedio e sul lavoro psichico non visibile che vi si svolge. II. D. Il periodo di latenza e il lavoro psichico regressivo “L’interpretazione dei sogni” (1899) fu il risultato dell’attenzione che Freud dedicò al lavoro psichico specifico che ha luogo durante il periodo intermedio designato da Charcot come periodo di incubazione psichica o elaborazione psichica, e che Freud ribattezzò periodo di latenza. Questo ha permesso a Freud di prendere in considerazione un’operazione psichica nuova ma comune, l’operazione di mettere in latenza. Un periodo di latenza può essere facilmente osservato nello sviluppo della sessualità umana con le sue due fasi, ma si osserva anche nel normale funzionamento mentale. L’operazione) di mettere in latenza è in gioco nella teoria dei sogni, nell’oscillazione tra il giorno e la notte, ed è particolarmente osservabile dai suoi postumi durante le sedute di ipnosi e analisi. I momenti intermedi, ossia la notte e la seduta di analisi, costituiscono periodi di latenza occupati da uno specifico lavoro psichico inconscio. Il lavoro onirico e i suoi risultati, la rigenerazione libidica al risveglio, il ricordo e il racconto del sogno, diventano prototipi di attività psichiche regressive compiute nella passività della latenza (Chervet, 2009).

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