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originale; citazione tradotta per questa edizione, N,d.A.); “il nachträglich (ricordiamo che siamo stati i primi a estrarlo dal testo di Freud), il nachträglich , l’ après-coup , il dipoi secondo cui il trauma si implica nel sintomo, mostra una struttura temporale di ordine più elevato” (rispetto alla retroazione) (1966, p. 839, trad. it. p. 842, corsivo originale). E riferendosi alle due fasi e all’operazione della messa in latenza scrive: “Il poi faceva anticamera perché il prima potesse prender posto” (Lacan, 1966, p. 197; trad. it. p. 191). Lacan coglie chiaramente la svalorizzazione che subisce il concetto di après-coup quando lo si riduca ad un avverbio temporale e ad una determinazione lineare tra due eventi successivi. Evita però le implicazioni economiche del processo di après-coup in merito alla reale natura dell’evento traumatico, che esso realizza grazie al suo lavoro regressivo; Lacan insiste solo sul ruolo della sovradeterminazione implicata nella catena verbale “da parte di ciò che nella sequenza viene successivamente [ après coup ]” (1966 [1958], p. 532, trad. it. p. 529). Così, ancora una volta, al centro della causalità lacaniana vi è un primato attribuito alla temporalità progressiva. L'operazione dell’après-coup è quindi una ristrutturazione di eventi passati, una risoggettivazione di un passato inconscio, che viene trascritto in una formazione dell’inconscio. Successivamente, Lacan ha presentato l’immagine del toro [in senso matematico topologico] (1966, trad. it. p. 314-315) per esemplificare il processo di après-coup. Il discorso in seduta si trasforma in digressioni verbali rese necessarie dalla presenza in questo toro di una rottura, di un vuoto, della divisione del soggetto stesso. Queste digressioni verbali consentono al toro di diventare una striscia di Moebius e un messaggio esprimibile. L’operazione di après-coup è quindi rappresentata da contorsioni, capovolgimenti e inversioni di queste digressioni verbali. Lacan ha descritto la causalità psichica dell’operazione di après-coup “come circolare e non reciproca”, percependo con precisione la dissimmetria che esiste tra le due scene II e I, così come nelle sedute tra i due protagonisti. Jean Laplanche ha seguito questa concezione integrandola nella sua personale teoria della seduzione generalizzata, in cui i messaggi materni impiantati nell’inconscio del bambino continuano a produrre effetti o successive traduzioni a causa della enigmatica valenza legata alla loro natura sessuale. Il transfert diventa un infinito “transfert di transfert”. Tutta la psicoanalisi francese della seconda metà del Novecento si è avvalsa di questo stimolo offerto da Lacan. Vi sono molti autori francesi che hanno continuato a esplorare in profondità la nozione di après-coup (Le Guen, 1982; Laplanche, 1989-90; Chervet, 2006, 2009, 2010; André, 2009), o che hanno utilizzato questo concetto nel loro lavoro sul funzionamento psichico, sulla causalità, sulla temporalità, ecc. (Fain & Braunschweig, 1975; Fain, 1982; Green, 1982; Guillaumin, 1982; Faimberg, 1993, 1998; Neyraut, 1997). Diverse conferenze e volumi della rivista psicoanalitica francese “Revue française de psychanalyse” hanno preso come tema “L'après-coup” (vedi Revue Française de Psychanalyse 1982, 46, 3, “L’après- coup”; e Revue Française de Psychanalyse 2006, 70, 3, “L’après-coup revisité”). La psicoanalisi francese nel suo insieme non ha difficoltà a fare riferimento a questo concetto, spesso limitandolo alle sue definizioni temporali.
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