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Infine, tutti questi autori hanno cercato di creare collegamenti tra la nozione di Winnicott della paura del crollo e la nozione di après-coup nella psicoanalisi francese. Ciò mostra che questa paura accompagna il movimento regressivo inaugurale del processo di après- coup. Anche in Italia, ad esempio, Paola Marion (2010) sottolinea il fatto che la Nachträglichkeit è un meccanismo che descrive come procede la psiche e che regola il trattamento psicoanalitico. Di fatto, si svolgono e vengono pubblicati scambi, dibattiti e studi, che dimostrano che il legame tra le due correnti è possibile e che l’incompatibilità deriva dalla semplificazione. Potrebbe essere necessario considerare due fatti. Da un lato - e questo è vero fin dai tempi di Freud - il fenomeno dell’après-coup è spesso attivo, anzi riconosciuto, senza essere nominato. Dall’altro, il termine après-coup è usato molto frequentemente dagli analisti nella sua attuale semplificazione, come spostamento temporale e riflessività anterograda, non prendendo in considerazione le attrazioni dell’inconscio e il conseguente lavoro richiesto. Infine, tutti gli studi psicoanalitici possono anche essere considerati come effetti collaterali di ciò che ha motivato il lavoro stesso di Freud. Certamente, seguendolo da vicino, sviluppano, affinano e danno nuovo significato alle sue proposte. Inoltre, affrontando aspetti della realtà rimasti inesplorati nell’opera di Freud, la arricchiscono e la modificano nei suoi fondamenti. È quindi necessario un ritorno alla concezione del trauma iniziale, per consentire l’emergere di una nuova area di pensiero che si integri con il lavoro precedente e per riorganizzare il tutto. III. D. La Nachträglichkeit nella psicoanalisi latino-americana Da una prospettiva latino-americana, ciò che Freud chiama Nachträglichkeit è una concezione della temporalità non lineare e retroattiva, un’interazione tra un “prima” e un “dopo”. Vi è accordo sul fatto che il concetto di Nachträglichkeit sia associato a quello che è noto come il ritorno agli scritti di Freud. Nonostante il predominio del pensiero kleiniano nella psicoanalisi della regione del Rio de la Plata fino alla fine degli anni '60, la concezione non lineare di Freud della temporalità psichica non è mai stata assente nella sua trasmissione (Pontalis, 1968). L’operazione di Nachträglichkeit richiede quindi due scene: un “dopo”, che costruisce/costituisce un “prima”. Queste scene hanno una materialità diversa e sono asimmetriche: nella scena “dopo”, c’è un soggetto che si rende presente ed è coinvolto nella creazione della scena “prima” in cui ciò che è presente è l’oggetto. È solo in questo ‘dopo’, con l’avvento del soggetto, che è possibile costruire come trauma la scena ‘anteriore’, in cui c’è / c’era solo un oggetto, in un movimento circolare e non reciproco tra le due scene che ci permette di considerare la causalità in psicoanalisi in modo non deterministico.
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