Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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La maniera in cui Modell intende il concetto e il suo saldo legame con la memoria si rifanno agli inizi della formulazione della teoria della “seduzione”. “Freud e Breuer (1892-95) hanno osservato”, scrive Modell, “che la memoria affettiva del trauma è depositata nella psiche come un corpo estraneo, che continua la sua azione molto tempo dopo l’evento traumatico” (Modell, 1994, p. 92; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). In quel lavoro Freud e Breuer scrivono: “l’isterico soffre per lo più di reminiscenze” (Freud e Breuer, 1892-95, p. 179). Freud, tre anni dopo, sviluppò una teoria più sofisticata della ricontestualizzazione dei ricordi (Modell, 1990). Modell propone una traduzione inglese più accurata del termine Nachträglichkeit - sottosequenzialità – ma ne riconosce la goffaggine per cui continua a usare il termine tedesco di Freud. Egli nota che Freud mantenne la convinzione del primato della memoria nel processo terapeutico molto tempo dopo aver abbandonato la teoria della seduzione dell’isteria, e richiama l’articolo di Freud del 1914 “Ricordare, ripetere, rielaborare” in cui si ribadisce che uno scopo della psicoanalisi è “colmare le lacune nella memoria ...” (Modell, 1994, p.92). Collegando sviluppo e psicopatologia alla Nachträglichkeit, nel suo articolo “Memory and Psychoanalytic Cure” 1994) Modell torna all’uso originale del concetto da parte di Freud, in cui la psicopatologia veniva vista come il risultato di un’interferenza con il processo di ritrascrizione della memoria. Freud descrisse ciò come un fallimento di traduzione della memoria, il che rappresentava la sua spiegazione iniziale del meccanismo della rimozione (e dell’eziologia dell’isteria). Modell fa una congettura “evolutiva”, ipotizzando che in seguito, dopo la formulazione del complesso di Edipo e degli stadi dello sviluppo psicosessuale, Freud abbia considerato gli stadi dello sviluppo psicologico come analoghi a linguaggi diversi, e che le esperienze conservate nella memoria vengano ripetutamente ritrascritte, ritradotte e ricontestualizzate dai successivi sviluppi. Secondo la visione di Modell della Nachträglichkeit, il ricordo di un evento traumatico nell’infanzia che si verifica all’età x viene modificato quando quel bambino entra nell’età y, e di nuovo viene modificato all’età z e così via. L’intuizione sempre attuale di Freud è che la memoria venga continuamente modificata dall’esperienza successiva, che “il passato cambia il presente e il presente può anche modificare il passato e cambiare le nostre aspettative riguardo al futuro” (Modell, 1994, p.92; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Modell (1994) ha collegato la riclassificazione dei ricordi affettivamente carichi, attivati all’interno del transfert, con la risultante espansione dei significati. In questo contesto, l'esito patologico dell’esperienza traumatica può essere inteso come mancanza della capacità di generare nuovi significati. L’espansione del significato a sua volta dipende dal libero accesso a vecchi ricordi, i quali possono essere riclassificati per mezzo delle percezioni attuali. Il paradosso implicito nella Nachträglichkeit supporta anche la nozione di molteplici processi psichici e molteplici realtà soggettive, inerenti sia agli sviluppi iniziali e successivi, sia alle reciproche regressioni e progressioni, sia infine alla dialettica dell’illusorio e del reale all’interno del setting e del processo clinico, partecipando in modo vario alla creazione di transfert, controtransfert, enactment, comunicazioni verbali e non verbali. In questa definizione di Nachträglichkeit è inclusa la prospettiva delle molteplici realtà del transfert e del contesto clinico: sono sia reali che illusorie, sia una ripetizione che una creazione; il passato è attivo nel

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