Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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III. Fe. La Nachträglichkeit e gli studi interdisciplinari contemporanei (principalmente nordamericani) Se le differenze tra i campi di indagine con le loro diverse metodologie sono riconosciute e non vengono confuse, le connessioni interdisciplinari, le applicazioni e la fertilizzazione incrociata tra la psicoanalisi e altri campi di indagine possono portare a fertili analogie e nuove ipotesi. Questo era il metodo del processo di teorizzazione di Freud. Per procedere nel suo progresso teorico, egli si è rivolto ad altri ambiti disciplinari come la scienza, l’antropologia, la linguistica, l’archeologia, l’arte, la letteratura, ecc., e si è basato sul loro legame analogico senza confonderli. III. Fea. La Nachträglichkeit e le neuroscienze Il concetto di Nachträglichkeit alla base della teoria psicoanalitica della memoria e della temporalità, in relazione alla libido e alla teoria delle pulsioni, ha anticipato le scoperte neurobiologiche contemporanee. Il pensiero interdisciplinare sulle connessioni dinamiche tra le neuroscienze contemporanee e vari aspetti della Nachträglichkeit è stato sviluppato in particolare negli Stati Uniti, in Canada e in Italia. La Nachträglichkeit, in quanto ritrascrizione della memoria, è analoga ad alcune delle caratteristiche di una corrente teoria neurobiologica della memoria come riclassificazione (Edelman, 1987, 1989; 1992; Freeman, 1995). Secondo Edelmann e la sua la Teoria Globale del Funzionamento del Cervello (GTBF), ciò che viene memorizzato è potenzialità (categorie) in attesa di attivazione. Inoltre, Freud ha ripetutamente sottolineato che le tracce affettive delle prime scene non rappresentate e non simbolizzate di eventi accaduti prima dell’età di un anno - la loro “quota di affetto” - sono iscritte nel sistema mnestico. Era convinto che la quota di affetto non ‘scaricata’ rimanesse fissata come rappresentante della pulsione, così che la sua traccia mnestica si conservasse nella memoria. La recente prova neuroscientifica di questa proposizione è stata celebrata da Mark Solms come un “trionfo della psicoanalisi” (Solms, 2006, p. 849). Dominique Scarfone (2006, 2015), in relazione al concetto psicoanalitico di Nachträglichkeit, ha esaminato i diversi tipi di memoria per come vengono formulate dalle neuroscienze evolutive, cognitive e affettive contemporanee: a) Una forma di memoria relativamente stabile e organizzata, che fu descritta da Freud nel Progetto del 1895 come una rete di neuroni che hanno un legame di “facilitazione”, riconoscibile come precursore dell'Io o Sé: una costellazione di tratti, abitudini e tendenze che inducono un senso di continuità nel corso della crescita e dell’evoluzione personale. Un Sé (o un Io ) costituisce la memoria oggettiva delle tracce lasciate dalle esperienze e dagli incontri più significativi della propria vita. Questa forma di memoria è a volte indicata come il carattere o l’organizzazione della personalità, con i meccanismi di difesa caratteristici dell’individuo, le relazioni oggettuali ecc.

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