Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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b) Una forma di memoria non dichiarativa relativamente stabile, ma non altrettanto ben organizzata, che si manifesta nelle varie modalità cliniche della coazione a ripetere . Queste possono variare da espressioni molto sottili di transfert a forme più spettacolari di enactment, entrambe accompagnate da tonalità affettive. La ripetizione è qui all’opera a tutti i livelli, di solito attribuita a engrammi profondamente radicati, non prontamente trasformati in pensiero simbolico. Questo tipo di memoria si manifesta attraverso forme di azione che richiedono il metodo di indagine psicoanalitico per integrarle in una forma di memoria più “utilizzabile”. La memoria, che si manifesta principalmente in forma incarnata, o che appare sotto forma di azione, è al centro del lavoro sul trauma (Van der Kolk, 1996) e sulla conoscenza implicita (Reis, 2009; Boston Process Study Group, 2007). Essa si manifesta senza essere accompagnata da alcuna rappresentazione, nel senso in cui di solito si intende questo termine. Il compito del lavoro analitico sulle memorie incarnate o messe in scena [enacted] implica la ritrascrizione di tali esperienze in forma di rappresentazione (Mancia, 2006). (Vedi anche la voce ENACTMENT). c) La memoria può assumere una forma allucinatoria, manifestata in sogni notturni, sogni ad occhi aperti, fantasticherie e altre forme di esperienza principalmente sensoriale o pseudosensoriale. Anche queste esperienze richiedono un’indagine psicoanalitica approfondita per essere eventualmente suscettibili di essere pensate adeguatamente (Mancia, 2006; Papiasvili, 2016). d) Infine, la memoria può manifestarsi sotto forma di ricordi, ovvero narrazioni riccamente connotate con parole e affetti che descrivono un’esperienza passata. Tra questi, si può distinguere tra “ricordi di copertura” spontanei risultanti dallo spostamento dell’affetto, e “costruzioni” o “ricostruzioni” dopo-il-fatto che inducono una forte convinzione sul loro contenuto di verità, sebbene non vi sia mai un’indiscutibile “versione finale”. Il concetto di Nachträglichkeit è rilevante per tutte le varie forme di memoria: la memoria è un sistema vivente , che si riconfigura costantemente attraverso un processo dialettico di conservazione del vecchio mentre integra il nuovo. Da un punto di vista sia neurobiologico che psicoanalitico, la riconfigurazione periodica caratterizza il carattere vivo della memoria, ma è anche il luogo di una lotta all’interno della psiche umana. Ciò accade ogni volta che ‘impronte’ o ‘engrammi’ attivi della memoria minacciano di distruggere gravemente la struttura stabile della memoria dell’Io o del Sé, o quando quella struttura è stata così gravemente danneggiata o distorta nella sua crescita da non poter integrare facilmente nuove esperienze, ed è condannata a ripetere vecchi schemi invece di introiettare o integrare nuove esperienze. In questo senso, tutta la psicopatologia può essere ascritta a una difficoltà nella necessaria riconfigurazione della memoria .

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