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(Vedi anche le voci: INCONSCIO, TEORIA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI, TRANSFERT, CONTROTRANSFERT, CONTENIMENTO, INTERSOGGETTIVITÀ, ENACTMENT)
II. D. TEORIA E CONCETTI DI CAMPO PSICOANALITICO IN EUROPA Il concetto di campo, sviluppato da Madeleine e Willy Baranger , è rimasto relativamente sconosciuto in Europa fino alla traduzione dei lavori dei colleghi latinoamericani. Tuttavia, grazie a due congressi dell'IPA, a Madrid nel 1983 e ad Amsterdam nel 1993, e alle successive traduzioni dei loro testi in francese, italiano e inglese, il loro pensiero si è fatto strada gradualmente nella più ampia comunità psicoanalitica. Il concetto ha così trovato una notevole risonanza in Italia e, in misura minore, in Francia e in Belgio. Naturalmente, il fatto che Willy e Madeleine Baranger fossero di origine francese ha facilitato i legami che sono proseguiti dopo la loro partenza per l'Argentina e l’Uruguay. Entrambi avevano studiato filosofia a Tolosa e a Parigi prima di lasciare la Francia nel 1946. II. Da. Sviluppi in Italia Nella voce enciclopedica da lei scritta su Willy Baranger (in: de Mijolla, 2003/2005), Madeleine Baranger ha osservato che: "[Willy] Baranger è generalmente conosciuto e apprezzato in America Latina ma meno in Europa, ad eccezione dell'Italia dove una selezione del suo lavoro è stata pubblicata nel 1990 con il titolo: La situazione psicoanalitica come campo bipersonale” (pag. 150; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.,). Da allora, la teoria del campo dei Baranger è stata ulteriormente sviluppata e ampliata non solo in America Latina, ma anche in Europa, in particolare in Italia. Antonino Ferro. Ferro (1999, 2009) ha contribuito in maniera determinante a dare al concetto di campo la sua attuale posizione nella psicoanalisi italiana ed europea. Nei suoi numerosi scritti sull'argomento, Ferro ha individuato almeno due radici del concetto di campo così come si è sviluppato prima nella psicoanalisi italiana e poi in altre parti d’Europa. La sua prima radice, e quindi l'influenza dominante, può essere fatta risalire all'America Latina e all'opera dei Baranger, il cui concetto originale di campo propone che l'analista e il paziente formino congiuntamente dei punti ciechi, definiti "bastioni", costituiti dalle identificazioni proiettive di entrambi i membri della coppia analitica, paziente e analista. Queste sacche di resistenza o veri e propri punti ciechi si formano continuamente e devono essere dissolti dal "secondo sguardo" dell'analista come "interprete del bastione". È quindi immediatamente evidente che esiste un campo, anche se con un alto grado di asimmetria in quanto l'analista occupa una posizione di forza e di privilegio nell'abbattere queste aree di resistenza. In relazione a questa resistenza, è importante introdurre un altro contributo dei Baranger, con coautore Mom (1988), in cui viene elaborato il concetto di "trauma puro", un universo in cui i "pericoli" sono "senza nome”, "senza luogo", senza oggetto (p. 124). E’ proprio a partire da queste esperienze che il processo psicoanalitico cercherebbe di attribuire
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