Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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dissociazione (vedi Smith 2000a per una discussione dell’intersezione e delle differenze tra dissociazione e conflitto nel lavoro di Bromberg). Il modello operativo di Bromberg pone grande enfasi sull’espansione del campo relazionale ed esperienziale per far sì che il conflitto diventi distinguibile. L’idea di Stern è che il conflitto sia una conquista perché annuncia il momento in cui il Non-Sé diventa Sé. E una volta che il conflitto è possibile rispetto a materiale che era dissociato, un processo di negoziazione può avere luogo tra lo stato del Sè nuovo di zecca e altri stati del Sé. Quello che era impensabile può ora essere pensato e sentito, e ci si può interrogare sul cosa farne. Prima di questo, quando il materiale era dissociato, non poteva neppure essere pensato nè sentito e così il cosa farne non poteva comparire neppure come domanda. Nelle pubblicazioni seguenti, particolarmente nell’articolo "The eye sees itself" del 2004 (L’occhio si guarda), Stern ha sostenuto che dalla prospettiva di una teoria della mente basata sulla dissociazione il conflitto è da considerarsi una conquista, non l’inevitabile. In ogni caso, in questa prospettiva teorica, il conflitto inconscio è ritenuto impossibile. Considerando l’inconscio come indefinito, non vi può esistere nulla di minimamente strutturato in grado di confliggere con qualcos’altro. Da questo punto di vista, anche la nozione di fantasia/fantasticheria inconscia può necessitare di una revisione se viene applicata a qualcosa di inconscio e strutturato allo stesso tempo. Se l’inconscio è indefinito, il significato inconscio non è una forma o una struttura, ma una potenzialità – ciò che potrebbe diventare esperienza cosciente. Questa idea si collega con il concetto di dissociazione , che nel quadro di riferimento di Stern è l’ostinazione inconscia, per ragioni difensive inconsce, di mantenere l’esperienza nel suo stato potenziale e indefinito. La dissociazione è il rifiuto inconscio di pensare, di creare significato. Quindi, l’esperienza dissociata semplicemente non può confliggere con nessun’altra parte della mente, perché non ha ancora assunto una forma o una rappresentazione simbolica con cui potrebbe entrare in conflitto con altre esperienze. Il conflitto è presente tra le due persone, non interno all’una o all’altra mente. Le due menti sono come due parti di un piatto rotto di netto: esse possono incastrarsi, ma ogni partner ha solo una delle parti. Nella risoluzione di un enactment , il conflitto esterno diventa interno alla mente di un partecipante e provoca uno sviluppo simile nell’altra mente. Il conflitto interno avviene per la prima volta in questo modo, e questo è il motivo per cui il conflitto conscio è una conquista. Stern, Davies, e Bromberg situano il conflitto all’interno di un modello di stati del sé multipli e mutevoli, dove esso si esprime in esperienze dissociate e discontinue e in rotture nella continuità dell’essere. Secondo l’impostazione clinica di Bromberg, la comprensione del conflitto interno è possibile attraverso la creazione di un campo interpersonale in cui l’analizzando può tollerare di essere visto da un’altra persona, e può prendere in prestito o assorbire quella capacità osservativa. La consapevolezza del conflitto è una caratteristica emergente di questo tipo di lavoro relazionale, che richiede l’istituzione di condizioni di sicurezza interpersonale così che il materiale dissociato possa essere assunto coscientemente. L’attenzione di Davies al conflitto inconscio è una sintonizzazione modulata ai cambiamenti delle forme di identificazione

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