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livello preconscio, in consonanza con il lavoro di Green (1974), Joseph (1985) e Madeleine Baranger (1993). In tempi recenti, l’importanza del lavoro nel qui-e-ora nel contesto di un approccio di psicologia dell’io nel lavoro sul transfert e sul contro-transfert, insieme all’evidenziare l’importanza di costruire rappresentazioni e strutture (Busch 2013), costituiscono un ulteriore punto di contatto con la psicoanalisi francese. Paul Gray (1973, 1982, 1986, 1987, 1990, 1994, 1996), esponente di spicco della Psicologia all’Io Contemporanea, per portare le resistenze inconsce all’attenzione dell’analizzando ha sviluppato una tecnica basata sull’uso che il paziente fa del metodo delle libere associazioni. Seguendo da vicino le associazioni del paziente, Gray è stato in grado di mostrare le resistenze inconsce in azione (cambiamento di affetto, tema, silenzi), identificarle e analizzarle. Gray (1973) ha sostenuto che “l’obiettivo principale dell’analista è sempre l’analisi della psiche del paziente, non della sua vita” (p. 477; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.), quindi occorre concentrarsi sulla realtà psichica ‘in’ analisi. Tutto il resto è stato considerato una potenziale ‘fuga difensiva nella realtà’. L’analista deve focalizzarsi sul flusso delle associazioni per non interferire con lo sviluppo della nevrosi di transfert. Il focus analitico deve essere mantenuto esclusivamente sulle vicissitudini attimo-per-attimo delle libere associazioni dell’analizzando (‘monitoraggio ravvicinato del processo’). Inoltre, egli ha messo in evidenza (1982, 1994) che nonostante la psicoanalisi abbia sempre avuto una teoria delle resistenze mediate dall’Io inconscio, ciò spesso non è stata applicato sul piano tecnico. Nel suo famoso articolo sull’ ‘arretratezza’ della tecnica psicoanalitica [rispetto alla teoria N.d.T.], Gray parla del fallimento della psicoanalisi contemporanea nel non utilizzare la conoscenza teorica sull’Io inconscio a tutta la vita intrapsichica. Ha delineato il problema in questi termini: “Da qualche tempo sono arrivato alla conclusione, giusta o sbagliata che sia, che il modo in cui un numero significativo di analisti ascolta e recepisce i dati su cui fa affidamento non si è modificato, per alcuni aspetti importanti, come credo avrebbe potuto se nell’uso quotidiano della tecnica psicoanalitica fosse stato dato il posto che meritano ai concetti, importanti dal punto di vista storico, che hanno approfondito le funzioni difensive dell’Io” (Gray 1982 p. 622; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Per Grey (1994, 1996), l’‘ attenzione ravvicinata al processo ’ di funzionamento difensivo del flusso verbale in ogni seduta si concentra sull’analisi del transfert che si sviluppa sulle preoccupazioni per il possibile giudizio da parte dell’analista, all’interno del paradigma del conflitto strutturale. Da questo punto di vista, Grey ha instancabilmente sostenuto la priorità delle micro-interpretazioni delle resistenze in tutte le fasi del trattamento analitico rispetto alla ‘richiesta’ fatta al paziente di continuare ad associare liberamente. ‘L’analisi delle difese con un’attenzione ravvicinata al processo’ è una versione particolare di un approccio individualizzato fortemente interpretativo dell’attitudine giudicante che il paziente attribuisce e/o proietta sull’analista. In linea con i principi della Psicologia dell’Io, un’efficace analisi delle resistenze richiede l’esplorazione e l’elaborazione della natura delle minacce contro l’Io, piuttosto che del contenuto della resistenza.
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