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prospettiva, inteso come derivato narrativo dei pensieri onirici della veglia. 3. L'identificazione all'interno del campo di strutture e forme di funzionamento appartenenti al campo , in termini di funzione ⍺ del campo, elementi β come turbolenze del campo, qualità contenitive di specifici luoghi (♀) del campo e ipercontenuti (♂) in altri luoghi. 4. Il campo, ormai chiaramente tridimensionale, diventa il luogo di tutte le storie possibili. A poco a poco, tutti gli strumenti per pensare introdotti da Bion saranno considerati come appartenenti al campo , di cui la relazione attuale è uno dei luoghi, così come la Storia che preme continuamente per essere decostruita, deconcretizzata e risognata. Lo stesso vale per gli elementi β che aspettano di essere sognati..." (Sabaddini e Ferro 2010, pp. 424-425; corsivo aggiunto, citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.) Il punto principale è che ciò che nasce nel campo è onirico, riferendosi al concetto di funzione alfa di Bion - trasformazione di beta in alfa e sviluppo di strumenti per il pensiero - che diventa così parte del concetto di campo. Il campo diventa un concetto essenzialmente onirico, un campo capace di produrre trasformazioni in cui tutto ciò che si presenta e ha origine in esso appartiene solo al campo. Nulla è al di fuori del campo e, in un certo senso, nulla può esistere al di fuori di esso, senza essere necessariamente decodificato e decostruito. Decostruire e interpretare sono cose che l'analista può fare. Un'altra possibilità è quella di seguire ciò che il paziente dice, seguendo un filo onirico e permettere così le trasformazioni. Nel lavoro di Ferro con Roberto Basile (Ferro e Basile, 2008), il campo è inteso come un punto d'incontro tra i molteplici personaggi del paziente e dell’analista dotati di una vita propria, come su un palcoscenico. Le trasformazioni dei personaggi nelle narrazioni delle sedute sono viste come rappresentative delle trasformazioni del campo analitico . Ferro (2009) e Giuseppe Civitarese (Civitarese 2008; Ferro e Civitarese 2013a, b) sottolineano l'uso della mente e del corpo dell'analista, tenuti in uno stato di rêverie, come guida ai processi inconsci nel paziente e tra analista e analizzando. Nel contesto della psicoanalisi classica, quando il paziente parla di persone, queste sono considerate di solito come personaggi storici. In un modello di analisi kleiniano, i personaggi che entrano in seduta sono intesi come oggetti interni del paziente, abitanti del suo mondo interno. Nella prospettiva concettuale di campo, c'è un'ulteriore complessità: il concetto di persona è sostituito dal concetto di personaggio, per cui se un paziente parla di suo zio Francis, del suo cane, di suo nonno o di suo fratello, questi personaggi sono considerati come co-costruiti dall'analista e dal paziente e costituiscono segnali continui della vita del campo all'interno del setting. Pertanto, qualunque sia il discorso, indipendentemente dalle sue coordinate latitudinali o longitudinali, o dal modo in cui il tema narrativo si sviluppa nella seduta, i personaggi portati in scena costituiscono funzioni del campo, che servono a costruire e a comunicare ciò che si sta verificando nelle profondità della vita psichica del campo. Ferro (2009, 2017a) ha anche descritto un'operazione che definisce "Tempo Zero del Campo" o lutto per la realtà: "L'operazione ‘Tempo Zero del Campo’ è il lutto per la Realtà, quella Realtà che corrisponde al Tempo 'Zero', a 'O', alla Realtà Finale (o Prima) che sarà elaborata nel Buco Nero della colonna due della Griglia di Bion (come ci ricorda Grotstein in
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