Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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profonda e unica dell’adolescenza risiede nella capacità di muoversi tra regressioni e avanzamenti nella consapevolezza, con una facilità che non ha eguali in nessun altro periodo della vita umana. Ciò dovrebbe bastare per testimoniare la creatività delle acquisizioni che si raggiungono a quest’età” (p. 178; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Blos ha anche affermato (1967) che, grazie alla regressione pulsionale e dell’Io , l’adolescente rivisita conflitti e traumi precoci a cui adesso può far fronte con capacità dell’Io molto più evolute, ma senza il sostegno dell’Io genitoriale. Le acquisiste competenze dell’Io gli consentono una regressione profonda e, al tempo stesso, lo proteggono da una regressione allo stato indifferenziato psicotico, che potrebbe essere fatale. La regressione necessaria porta la luce traumi e agiti di conflitti edipici e pre-edipici precoci irrisolti, e l’imbrigliamento narcisistico che li accompagna (Blos, 1972). La crescente comprensione delle relazioni d’oggetto precoci , enfatizzata in primo luogo da Hartmann (1939/1958) e René Spitz (1945, 1946), soprattutto quella del ruolo della madre nello sviluppo dell’Io (Mahler, Pine e Bergman, 1975; Jacobson 1964), è stata una conseguenza dell’approfondimento nell’ambito della Psicologia dell’Io dei temi riguardanti l’adattamento. Negli Stati Uniti sono stati esplorati, spiegati e ulteriormente sviluppati aspetti connessi con l’importante funzionamento dell’Io in questo processo. Inoltre, questi studi hanno aiutato a capire le interferenze nello sviluppo dell’Io, fornendo infine un contributo importante alla comprensione dei gravi disturbi di carattere e la loro patologia e trattamento. Il lavoro integrativo di Hans Loewald (1960, 1962, 1974) e, in modo diverso, quello di Otto Kernberg (1982, 2007, 2014), appaiono i più significativi in questo ambito applicativo. L’interesse per il ruolo della cultura nello sviluppo dell’Io mantiene la sua vitalità nelle elaborazioni contemporanee che, sulla scia di Erickson, intessono collegamenti tra gli aspetti individuali e socioculturali dello sviluppo, con il femminismo, la teoria sul genere e la questione razziale (Chodorow, 2004, 1992; Leary, 2000; Fogel, 2006; Kulish e Holzman, 2003; Balsam, 2013). L’elaborazione del concetto di trasformazione evolutiva ad opera dei freudiani contemporanei può anche essere considerata una teorizzazione specifica della Psicologia dell’Io sui temi dello sviluppo. Dal punto di vista storico, infatti, essi hanno portato avanti gli studi sullo sviluppo sia psicosessuale (Freud 1905) sia psicosociale (Erikson 1950), che comprendono la trasformazione dell’Io-piacere in Io-realtà di Freud (1911), la ritrascrizione della memoria e la trasformazione del significato mediante la Nachträglichkeit (1895, 1918), la trasformazione degli affetti traumatici in affetti segnale (1926), le crisi d’età fase-specifiche di Erikson (1950, 1956, 1984) - un’estensione del concetto embriologico epigenetico all’intero corso dell’esistenza (creazione di strutture interamente nuove), lungo tutto l’arco della vita di relazione del sé con l’altro -, e infine le linee di sviluppo del pensiero di Anna Freud (1963) e di altri.

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