Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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(descritta da Kris), e un’aumento della capacità di auto-osservarsi in modo puntuale e di fare sintesi. Dal vertice della Psicologia dell’Io, inoltre, a volte si sono considerate le relazioni oggettuali come parte del funzionamento dell’Io (es. Bellak ,1989), altre volte come sovraordinate (Boesky, 1983) ma basate sulle funzioni autonome dell’Io (percezione, memoria, integrazione del Sé con gli altri) e, dal punto di vista dinamico, si sono considerate come costituite da pulsioni (esperienze piacevoli di gratificazioni con gli oggetti) e da processi difensivi (interiorizzazione/introiezione allo scopo di alleviare gli affetti dolorosi). La Psicologia dell’Io considera le funzioni dell’Io uno dei temi principali della psicoanalisi collocandole nella teoria strutturale dell’organizzazione e dello sviluppo della personalità; molte di queste funzioni sono indagate e quantificate mediante i test psicologici (Rapaport, Gill and Schafer, 1945; Wollman, 1965).

III Bdaa. Esempio di un’importante funzione dell Io: Esame di realtà, senso di realtà e concetti derivati

Dal punto di vista storico, Sigmund Freud è stato il primo (1895, 1911a) da indicare l’Esame di Realtà come una delle principali funzioni dell’Io (Freud, 1917) e come un elemento chiave che ci consente di distinguere la psicosi dalla non-psicosi. Definito come “... il tentativo costante di riconciliare le discrepanze tra esperienza interiore ed esteriore” (Moore e Fine, 1990, p.162; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.), l’esame di realtà è essenziale per l’adattamento (Hartmann, 1939) e comprende i processi correlati di anticipazione, partecipazione, concentrazione, ricordo, sentire, formare concetti (Schafer, 1968). Il lavoro di Freud sugli aspetti che compongono l’Esame di Realtà può essere riassunto così: 1. la capacità di distinguere tra percezioni e idee [esterno-interno, percezioni- allucinazioni] (Freud, 1895; 1915); 2. l'accuratezza di percezione (Freud, 1925); 3. l’auto- osservazione (Freud, 1933). La consapevolezza riflessiva di David Rapaport (1951) spiega e si collega con le precisazioni di Hartmann (1947, 1953, 1956) sull’ esame di realtà interno . In “Pulsioni e loro destini”, Freud (1915) sosteneva che la base per differenziare l’interno dall’esterno è l’esperienza ripetuta che alcuni stimoli (esterni) possono essere evitati con un’azione motoria, mentre altri (interni) no. David Rapaport (1950) più avanti ha ipotizzato che la sicurezza dell’Esame di Realtà, a partire dalla differenziazione motoria, dipende dai quadri di riferimento concettuali spaziali e temporali. Freud (1911b) ha scritto che la psicosi si sviluppa quando l’Esame di Realtà è stato perso a causa del ritiro totale degli investimenti libidici dalla rappresentazione dell’oggetto. Una formulazione successiva basata sul modello strutturale ipotizzava un decremento regressivo/difensivo dell’Esame di Realtà per difendersi dall’angoscia e da altri affetti disforici (Arlow e Brenner, 1964). La distorsione dell’Esame di Realtà dello psicotico dipende anche dalla negazione della dolorosa percezione degli stati emotivi altrui (Modell, 1968). La

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