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compromissione dell’esame di realtà può derivare da una difettosa capacità di auto- osservazione. Freud (1923, p. 491) era arrivato a distinguere l’esame di realtà e l’auto- osservazione, in quanto funzioni dell’Io, dalla disapprovazione di sé che considerava una funzione della coscienza (Freud, 1914, p. 466; 1918) che, successivamente, ha chiamato funzionamento superegoico (Freud, 1921). L’integrità del Super-io è necessaria ai fini di un Esame di Realtà adeguato (Waelder, 1936b) e, quando lo sviluppo è favorevole, l’auto- osservazione/auto-valutazione diventa progressivamente una funzione più egoica che del Super-io (Hartmann 1956; Stein 1966). In termini generali, il pensiero della fantasia inconscia potrebbe essere un importante fattore di distorsione della percezione e dell’Esame di Realtà (Arlow, 1969). La maggior parte degli articoli di Heinz Hartmann (1964) si occupa di questioni che riguardano la realtà, compresa la realtà esterna (nella sua proposta di ambiente medio prevedibile, 1939), i fattori culturali (1944), i valori morali (1956) e l’‘ esame di realtà interno ’ (1947, 1953, 1956). Quest’ultimo può essere “... riassunto come intuizione, ragionevolezza e consapevolezza degli stati interiori. L’ esame di realtà interno include, quindi, la consapevolezza di questi stati interiori e una loro accurata valutazione” (Hurvich, 1970, p. 307; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Anche Hartmann (1939/1958, 1953) ha individuato nell’autonomia primaria dell’Io le radici della relazione con la realtà e dei processi associati. Ulteriori sviluppi della Psicologia dell’Io avevano l’obbiettivo di integrare il punto di vista sulle origini dell’autonomia primaria con lo sviluppo psicologico, secondo due linee evolutive - una come componente dell’autonomia primaria e l’altra come un aspetto del sé interno/esterno e della differenziazione dall’oggetto (Jacobson, 1964) sostenuta dai processi di separazione-individuazione (Mahler, Pine e Bergman, 1975). ‘Ri-leggendo’ da vicino l’evoluzione del concetto di Freud, ma senza gli strumenti offerti dalla Psicologia dell’Io, i francesi Laplanche e Pontalis hanno definito come troppo complessa la discriminazione centrale tra eccitazione generata dall’ interno o dall’esterno, e “il suo significato [come] ancora indeterminato e confuso” (Laplanche e Pontalis, 1967/1973, p. 384; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Affrontandola in tutta la sua complessità, David Rapaport (1950) ha aggiunto la consapevolezza riflessiva (consapevolezza di essere consapevoli) tra le componenti dell’Esame di Realtà interiore, sottolineando come esso faciliti la distinzione tra stati di coscienza - per esempio l’ideazione con e senza consapevolezza. Vi ha incluso anche sottili varietà di esperienza conscia relativa a percezioni, ricordi, ipotesi e valutazioni di ciò che è vero o falso, certo o incerto. Dal punto di vista psicoanalitico, le inevitabili influenze inconsce sulla percezione e sulla memoria si riflettono in una compenetrazione a vari livelli tra il mondo esterno e il mondo interno (Loewald, 1960), cosicchè la percezione del mondo esterno e degli altri comprende elementi ‘transferali’ (Grubrich-Simitis, 2010).Per le situazioni in cui si è verificato un trauma psichico massiccio, si raccomanda che in una certa fase del lavoro analitico il sostegno alla realtà di alcune percezioni ed esperienze potentemente negate abbia la precedenza sull’interpretazione del significato psichico dell’esperienza (Grubrich-Simitis, 2010).
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