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La riformulazione di Robert Waelder del principio di sovradeterminazione di Freud (1900, 1918) come principio della funzione multipla (Waelder, 1936), ribattezzato in termini contemporanei intercambiabilità degli elementi psichici (Rangell, 1983; Papiasvili, 1995) può essere applicato alla visione moderna della patogenesi clinica multifattoriale. Prove statistiche recenti suggeriscono che ci sia una base congenita o ereditaria nelle disfunzioni cerebrali responsabili di alcuni deficit dell’Io osservabili nelle persone affette da sindrome schizofrenica (Willick 2001). Ci sono anche forme di psicosi in cui, al contrario, il fatto di aver vissuto i primi anni sopraffatti da forze esterne costanti (percosse, abusi sessuali, guerre, essere cresciuti in ambienti ad alto tasso di criminalità) costituisce un’eziologia ‘traumatica’ (Volkan, 2015). Una teoria unitaria delle psicosi basata su questi aspetti potrebbe però essere ingannevole (Willick, 1994). All’estremo opposto della scala c'è l’integrità delle funzioni dell’Io . Alcuni pazienti, anche se lamentano gravi problemi, mostrano pochi o nessun danno nelle funzioni autonome o nella forza dell’Io. Possono soffrire di ansia, depressione, conversione, ossessioni, fobie e di una grande varietà di disturbi della personalità, spiegabili ricorrendo quasi esclusivamente alla Teoria del Conflitto (Papiasvili, 1995; Brenner, 2006). Questi disturbi sono considerati “analizzabili”, e ciò significa che le funzioni di astrazione, di integrazione, di realtà, di autoconservazione, si sono mantenute più o meno intatte; questi pazienti mostrano di avere un sufficiente controllo degli impulsi, una capacità di tollerare gli affetti e di contenere il processo primario, una certa capacità di empatia, fiducia e vicinanza emotiva (relazioni oggettuali/attaccamento), e un funzionamento del Super-Io sufficiente (capacità di vergognarsi e/o di provare senso di colpa). Questi soggetti possono essere considerati “nevrotici”, dal momento che le funzioni dell’Io sono relativamente intatte e i loro disagi hanno origine, innanzitutto, da formazioni di compromesso disadattive che rappresentano tentativi di soluzione ‘sovradeterminati’ (Waelder, 1936a) a sottostanti conflitti inter-sistemici tra desideri libidici e aggressivi, Super-Io, realtà, affetti derivanti e operazioni difensive (assenza di deficit). Molte formazioni di compromesso si organizzano nel corso delle varie epoche di sviluppo (Blackman, 2013). A volte, il materiale di una fase di sviluppo precedente scherma dalla consapevolezza di conflitti successivi (‘regressione libidica’ [Freud, S. 1905]); altre volte, i conflitti derivanti da sviluppi successivi proteggono dai conflitti inconsci di una fase di sviluppo precedente (in base ad una ‘ricostruzione in avanti’ [Loewenstein, 1957]; definita anche ‘estensione’ [Volkan, 2014]). III Beb. Scelta del trattamento e della tecnica Per valutare l’analizzabilità possono essere utili i concetti di alleanza terapeutic a di Elizabeth Zetzel (1956) e di alleanza di lavoro di Ralph Greenson (1965), che comprendono la reciprocità di intenti, la fiducia e l’etica (Meissner, 1992). Questi concetti clinico-tecnici, in linea con la teorizzazione di Hartmann (1939/1958) a proposito del ‘funzionamento dell’Io relativamente libero dai conflitti’, sembrano essersi sviluppati dall’idea di Freud secondo cui l’analista e l’analizzando concludono “insieme un patto” (Freud 1940 [1938], p. 600)che prelude al transfert positivo ineccepibile (Freud, 1912;1915d) e, soprattutto per quanto riguarda
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