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pazienti (Freud, 1916). D’altra parte, i pazienti con deficit del Super-io (‘personalità antisociali’) che hanno una capacità minima di provare sensi di colpa, possono rivelarsi non trattabili (Blackman e Dring, 2016) o curabili solo parzialmente e grazie ad accorgimenti specifici (Kernberg, 1992, 2007). La Psicologia dell’Io contemporanea si occupa dei conflitti e/o dei deficit di sviluppo specifici delle funzioni dell’Io e del Super-io, consentendo così di proporre diagnosi e trattamenti individualizzati, che prevedono rimandi continui nel setting clinico.
III Bf. Nuovi sviluppi
III Bfa. Creare una mente psicoanalitica Nel suo ‘Creare una mente psicoanalitica’, Fred Busch (2013) ritiene che il processo di cura fondamentalmente consista nel cambiamento del rapporto che il paziente ha con la propria mente . Sviluppando una mentalità psicoanalitica, il paziente acquisisce la capacità di passare dall’inevitabilità di agire alla possibilità di pensare . È una grandissima conquista psichica riuscire a vedere la propria mente non come una rappresentazione della realtà, ma come il terreno di gioco tra le motivazioni, e ciò può soprattutto liberare dalla schiavitù della coazione a ripetere. In quest’ottica, lo sviluppo di una mente psicoanalitica permette una comprensione più profonda di se stessi attraverso la propria stessa mente - che è l’essenza di ciò che il metodo psicoanalitico può offrire. Busch presenta una metodologia specifica che illustra più chiaramente come ciò avvenga e come lo si possa ottenere . Sommariamente, il paradigma di base del metodo psicoanalitico si sposta verso ciò che Ogden indica come il “ pensiero sul pensiero ". È così che abbiamo potuto comprendere meglio i modi unici e irripetibili con cui i pazienti comunicano o tentano di non comunicare. I cambiamenti principali che si sono sviluppati a partire dal metodo classico possono essere riassunti in questi principi: 1) lavorare con i dati vicini all’esperienza ; 2) aiutare il paziente a capire che il modo in cui si conosce la propria mente è importante tanto quanto i contenuti di ciò che si arriva a sapere: ‘conoscenza come processo’ rispetto a ‘conoscenza come stato’ ; 3) privilegiare la costruzione di rappresentazioni e strutture interne ; 4) concentrarsi sulla comunicazione inconscia nel corso della seduta psicoanalitica; 5) dare priorità alla comprensione di ciò che accade durante la seduta , piuttosto che cercare il passato nel presente; 6) distinguere quando il linguaggio verbale del paziente è un tentativo di fare qualcosa e quando è un tentativo di comunicare qualcosa; 7) lavorare nel transfert e nel controtransfert ; 8) analizzare in modo da favorire lo sviluppo dell’ autoanalisi invece di fare affidamento sull’identificazione con la funzione analizzante dell’analista. 9) se la competenza dell’analista è fondamentale per il processo, la sua postura ha l’obbiettivo di aiutare il paziente a trovare la propria mente, non di proporsi come esperto del contenuto della mente del paziente.
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