Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Un tentativo recente di affrontare questi problemi, e di integrarli concettualmente con i modelli psicoanalitici esistenti, è rappresentato dal lavoro di Shmuel Erlich sulle modalità esperienziali (Erlich & Blatt, 1985; Erlich, 1998, 2003). Erlich concepisce il processamento dei dati interni ed esterni (percettivi, cognitivi e affettivi) come un processo che segue due dimensioni parallele, contigue e continue dell’esperienza Sé-Altro. In una modalità, l’esperienza è di separatezza e differenziazione, nell’altra di indifferenziazione, unità e fusione di sé e dell’altro. La modalità della separatezza dà origine a esperienze di causalità, orientamento allo scopo e intenzionalità, logica e obiettività (come nel pensiero scientifico), all’esperienza del tempo lineare e alle spiegazioni causa-effetto. Anche le esperienze pulsionali (es. sperimentare il desiderio) avvengono in questa modalità, dal momento che brama e desiderio sono diretti verso un oggetto vissuto come separato da sé, che deve essere raggiunto affinché la soddisfazione pulsionale si realizzi. Nella seconda modalità, il sé e l’altro sono vissuti come uno, connessi e fusi tra loro. Il tempo è sperimentato come circolare o assente; il pensiero non è causale ed è retto da sentimenti di essere uno e di continuità dell’esistenza. In questa modalità non c'è spazio per il desiderio perché l’oggetto e il sé sono avvertiti uniti nell’armonia. Per quanto riguarda il pensiero, queste descrizioni rimandano ai processi primari e secondari (Freud, 1900). Inoltre, l’ esperienza generata da ciascuna modalità è chiaramente molto diversa. In modalità di separazione, l’esperienza è orientata in modo adattivo verso la realtà esterna (esperita oggettivamente) e può dare origine a sentimenti ed esperienze di padronanza, successo o fallimento, soddisfazione raggiunta o assente. La seconda modalità, di unità, produce esperienze di continuità - come nel concetto winnicottiano di going-on-being (1960) - e senso di connessione di sé con l’altro (che può essere una persona, ma anche una causa, un’idea, un’identità interiore, un lavoro o un ruolo sociale). Altri aspetti del funzionamento di queste modalità esperienziali sono sviluppati in diverse pubblicazioni (in particolare: Erlich, 2003, 2013). Erlich ha adottato i termini Doing (fare) per la prima modalità e Being (essere) per la seconda, termin che sono stati usati da Winnicott (1971) in un’accezione abbastanza simile. Ci sono, tuttavia, differenze fondamentali tra i concetti di Erlich e quelli di Winnicott. Mentre Winnicott fa riferimento ai contenuti o agli stati finali dell’esperienza, Erlich concepisce queste modalità principalmente come ciò che l’esperienza elabora per produrre stati finali completamente diversi. Non fonda i propri concetti su ciò che viene percepito o riportato (per esempio, i livelli di attività osservata) ma sulle sottostanti modalità di elaborazione inferite . Infatti egli descrive due modalità operative dell’Io continue e simultanee. La sua è quindi un ampliamento contemporaneo o una rielaborazione della teorizzazione sul funzionamento dell’Io, basata sull’idea che l ’Io è l’agente centrale di elaborazione e integrazione nella psiche ed è responsabile degli stati esperienziali finali di ciascuno . Il contributo di Erlich è in linea con la concettualizzazione di Bion sugli elementi alfa e beta come funzioni psichiche. Bion ha introdotto la nozione di funzione alfa, il cui compito è ‘di convertire i dati percettivi in elementi alfa e ... fornire alla psiche il materiale per i sogni,

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