Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Inizialmente, purtroppo, la teoria delle fasi psicosociali del ciclo di vita di Erik H. Erikson è stata trasmessa/tradotta agli psicoanalisti latinoamericani priva della sua proverbiale ricchezza, che consiste nella complessità dell’interazione e della regressione-progressione, tipiche soprattutto del passaggio da una fase all’altra. L’attenzione era rivolta prevalentemente alla progressione sequenziale e lineare. Presentata in questa versione semplificata, la teoria di Erikson sembrava incompatibile con altre proposte teoriche più dinamiche, spiraliformi, interattive, che teorizzano i movimenti evolutivi e regressivi in interazione complessa tra loro, meno (pre)determinati dal punto di vista epigenetico evolutivo. Tuttavia, forse grazie all’importante lavoro dei Grinberg (1971, 1974) pubblicato in spagnolo e alla sua traduzione in inglese, è stato possibile capire sempre meglio che l’attenzione di Erikson si rivolgeva agli aspetti culturali e sociali determinanti nella formazione dell “identità dell’Io”, che si realizza a partire da molte identificazioni parziali grazie a processi di introiezione, interiorizzazione e integrazione. In questo senso si comprende che l’Io possiede aspetti soggettivi del Sé ed è responsabile dell’integrazione delle diverse rappresentazioni mentali del Sé, inteso come un’importante funzione e una struttura dell’Io. In America Latina si era diffusa originariamente una visione alquanto limitata della Psicologia dell’Io come di una teoria rivolta esclusivamente al trattamento della psicopatologia nevrotica. In questo contesto, l’importante integrazione delle teorie della Psicologia dell’Io e delle Relazioni Oggettuali ad opera di Otto F. Kernberge è stata particolarmente significativa, mostrando le sovrapposizioni teoriche tra i due approcci e fornendo indicazioni tecniche e metodologiche specifiche per estendere i trattamenti analiticamente orientati ai pazienti con organizzazioni di personalità borderline. In America Latina alcuni hanno iniziato a considerare il contributo di Kernberg come una versione integrativa della ‘Psicologia dell’Io Contemporanea’, di grande utilità con i pazienti che presentano difficoltà di simbolizzazione in una organizzazione di personalità borderline. Così, per aver ripreso il tema della sovrapposizione tra la teoria della Psicologia dell’Io e quella delle Relazioni Oggettuali , in un primo momento Otto Kernberg è stato considerato in prevalenza un teorico delle relazioni oggettuali e, solo gradualmente, ha iniziato a essere visto come un rappresentante della corrente di pensiero che tentava di operare un riavvicinamento tra le due teorie . Effettivamente anche il concetto di scissione nell’accezione di M. Klein, che la considerava un meccanismo tipico della posizione schizo-paranoide, fa parte della sua teoria. La tecnica proposta da Kernberg (Kernberg, O.F., F.E. Yeomans, J.F. Clarkin et al., 2008) per lavorare con i pazienti borderline, ossia la ‘Psicoterapia Focalizzata sul Transfert’ (TFP), è molto diffusa in Messico. Essendosi trasferito dall’Austria al Cile, dove ha vissuto e studiato medicina, Kernberg è considerato in un certo senso un teorico latinoamericano. Il fatto che conosca lo spagnolo, che abbia viaggiato in lungo e in largo nel continente latinoamericano per tenere conferenze, che sia un autore prolifico e che molti suoi libri siano stati scritti o tradotti in spagnolo ha fatto sì che la sua teoria (con principi derivati sia dalla Psicologia dell’Io sia dalla teoria delle Relazioni Oggettuali) sia accessibile a molti. Il Cile sta diventando il secondo paese latinoamericano, dopo il Messico, che tiene conto degli aspetti teorici della Psicologia dell’Io, soprattutto nel lavoro con le patologie borderline.

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