Torna all’indice
Secondo Jacobson, un bambino acquisisce rappresentazioni del sé e dell’oggetto con valenze libidiche o aggressive in connessione con le sue esperienze di gratificazione o frustrazione con la madre. Il suo termine “rappresentazione” si riferisce all’impatto esperienziale del mondo interno ed esterno. Ha considerato le rappresentazioni del sé come strutture complesse che includono “le rappresentazioni intrapsichiche inconsce, preconsce e consce del Sé corporeo e mentale nel sistema Io” (Jacobson 1964, p. 19; trad. it. p. 29). La formulazione di Jacobson ha fornito uno sfondo teorico per le ricerche di Margaret Mahler (1979) sulla psicosi infantile autistica e simbiotica, e sugli stadi normali e patologici del processo di separazione-individuazione. Margaret Mahler: il Sé nella Teoria della Separazione-Individuazione Mahler fornisce dati, tratti dall’osservazione diretta e dalla psicoanalisi clinica, che rendono possibile documentare gli stadi postulati da Jacobson. L’originale interesse di Mahler per le prime fasi dello sviluppo del bambino è derivato dalle sue ricerche sulle patologie gravi nei bambini – autismo e psicosi simbiotica – che le hanno permesso di osservare un’estrema incapacità a formare una relazione di accudimento con i caregivers (Mahler, Ross e DeFries, 1949; Mahler, 1952; Mahler e Gosliner, 1955). Questo ha condotto all’evoluzione di una teoria dello sviluppo normale infantile in cui le relazioni oggettuali e il sé sono considerati come le conseguenze delle vicissitudini istintuali. (Vedi anche la voce TEORIE DELLE RELAZIONI OGGETTUALI). Sebbene i principi organizzatori di Mahler fossero basati sulle relazioni tra il sé e gli oggetti, con un’enfasi sugli aspetti transazionali della crescita e dello sviluppo, essi erano derivati dalla teoria pulsionale classica. Lo stabilirsi di un senso di “separazione da”, e di “relazione con”, riguarda soprattutto l’esperienza del proprio corpo e la relazione con l’oggetto dell’amore primario. Per Mahler, il segno distintivo dello sviluppo riuscito è un movimento dal radicamento nella relazione simbiotica madre-bambino alla realizzazione di una stabile identità individuale, in un mondo di altri percepiti in modo prevedibile e realistico. Questo processo è denominato “Separazione-Individuazione” o “Nascita Psicologica” del bambino. La Separazione e l’Individuazione costituiscono due processi evolutivi complementari ma distinti: la prima è definita come l’emergere del bambino dalla fusione simbiotica con la madre, mentre la seconda consiste in quelle conquiste che conducono all’assunzione da parte del bambino delle sue caratteristiche individuali (Mahler et al. 1975, p. 4, trad. it. p. 40). Inizialmente, la teoria di Mahler ha postulato che il bambino si sviluppi a partire da un “autismo normale”, attraverso un periodo di simbiosi e il dispiegarsi delle quattro sottofasi sequenziali del processo di Separazione-Individuazione: differenziazione, sperimentazione [practicing], riavvicinamento [rapprochement], costanza dell’oggetto (Mahler, Pine e Bergman, 1975). Successivamente, rendendosi conto che fin dalla nascita i bambini mostrano segni di crescente consapevolezza del loro ambiente e degli oggetti in esso, Mahler ha abbandonato il concetto di Fase Autistica Normale fondata sul narcisismo primario e sulla barriera agli stimoli, che avrebbe riguardato i primi due mesi di vita del neonato Nella sua
586
Made with FlippingBook - professional solution for displaying marketing and sales documents online