Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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di differenziazione. Questo è il periodo durante il quale, secondo Mahler, avviene l’effettiva “nascita psicologica” del bambino. Con la locomozione eretta, si espandono gli orizzonti del bambino ed egli diventa eccitato mentre il “mondo diventa la sua ostrica” [espressione coniata da Shakespeare – ed entrata nell’uso comune - in “Le allegre comari di Windsor”, atto 2, scena 2. Pistol a Falstaff: “il mondo è la mia ostrica, che aprirò con la spada”, N.d.T.]. Nei termini usati da Greenacre (1957), è l’apice della sua ‘avventura amorosa con il mondo’. Secondo la concettualizzazione di Mahler, qui vi è l’apice sia del narcisismo (secondario) che dell’amore oggettuale (Mahler et al., 1975). Inoltre in tale periodo il bambino “raggiunge il picco della sua ‘onnipotenza magica’ derivata dalla sensazione di condividere i magici poteri della propria madre” (Fonagy, 2001, p. 66; trad. it. 66). Nella sottofase della ‘sperimentazione’, attraverso l’acquisizione della locomozione autonoma, si stabilisce l’apparato dell’Io autonomo in stretta prossimità con la madre. Questo passaggio rappresenta la linea di sviluppo che consente all’interesse del bambino di spostarsi dalla madre agli oggetti inanimati, il che significa l’investimento libidico al servizio del funzionamento autonomo dell’Io. La sottofase del ‘ riavvicinamento ’, dai 15-18 ai 24 mesi, porta con sé una consapevolezza della separatezza, un’ansia da separazione e un maggior bisogno di stare con la madre (Mahler et al., 1975). Il bambino, che sta diventando progressivamente più indipendente, ora comincia a realizzare quanto lui sia piccolo in un mondo così vasto, il che lo conduce a una perdita del senso ideale del sé e al riapparire di un tipo di ansia da separazione. Vi è la nascente realizzazione che la madre è di fatto una persona separata che potrebbe non essere sempre disponibile, e ciò segna l’inizio della ‘crisi di riavvicinamento’. Durante tale crisi, l’atteggiamento del bambino è affettivamente ambivalente, oscillando tra un bisogno di aggrapparsi alla madre ed un potente bisogno di separatezza. Questo è il periodo durante il quale la scissione è al suo apice (Greenberg e Mitchell, 1983). E’ anche il periodo durante il quale vi è una rapida evoluzione delle funzioni dell’Io, contraddistinta da rapide acquisizioni nel linguaggio e dall’apparizione dell’esame di realtà. Si sviluppa la consapevolezza delle differenze di genere e dell’identità di genere, in interazione col processo di differenziazione. La disponibilità emotiva ottimale della madre, che include la sua accettazione dell’ambivalenza del bambino, pone quest’ultimo in grado di investire la rappresentazione del Sé con energia libidica. La paura di perdere l’amore dell’oggetto diviene più evidente, al posto della paura di perdere l’oggetto d’amore. Durante la ‘crisi di riavvicinamento’, mentre il bambino gradualmente abbandona l’illusione della propria grandezza, spesso attraverso drammatiche lotte con la madre, egli può caratteristicamente usare quest’ultima come un’estensione del Sé, processo che gli permette di negare temporaneamente la penosa consapevolezza di essere separato da lei. In definitiva, il tramonto dell’onnipotenza infantile è compensato da identificazioni selettive con la madre competente, tollerante ed affettuosa (Blum, 2004). Il conseguimento della ‘ costanza dell’oggetto ’ fra i 24 e i 36 mesi e la costanza del Sé definiscono la sottofase finale del processo di separazione-individuazione, una fondamentale pietra miliare evolutiva. I due principali compiti di questo periodo sono lo sviluppo di un concetto stabile del sé e di un concetto stabile dell’altro, e sono organizzati intorno ai co-

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