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lavori di Leo Rangell (1982) e di Harold Blum (1982). Rangell modifica la definizione di Hartmann del narcisismo, intendendolo come investimento libidico non del Sé, ma delle rappresentazioni del Sé, affermando che: “Tutto ciò che l’ego conosce riguardo al suo sé, l’‘Io’ che lo circonda e di cui è parte, è lo stato attuale delle rappresentazioni del sé in ogni stadio dello sviluppo e in ogni momento dell’esistenza” (Rangell, 1982, p. 879; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Blum, concentrandosi sulle complessità dello sviluppo infantile per come sono state descritte da Mahler (Mahler e al., 1975), afferma: “Non è possibile alcun concetto di sé prima che il bambino emerga dall’orbita simbiotica col graduale inizio del processo di separazione-individuazione” (Blum, 1982, p. 971; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). La sua sintesi del processo evolutivo include il ‘dialogo reciproco’ di René Spitz (1958), l’‘oggetto transizionale’ di Winnicott (1965), e la ‘permanenza dell’oggetto’ di Piaget (1926). Questi vengono integrati nel modello della separazione-individuazione di Mahler, presentando un complesso quadro di cambiamenti progressivi e regressivi all’interno della matrice delle relazioni oggettuali e dei sottostanti conflitti, che portano all’emergere di una rappresentazione coesiva del sé e di un senso di sé relativamente continuativo soltanto dopo il progresso della costanza del sé e dell’oggetto, nel terzo anno di vita.
V. ULTERIORI SVILUPPI CONTEMPORANEI NEL NORDAMERICA
V. A. Modelli integrativi
Otto F. Kernberg Dagli anni Settanta Otto F. Kernberg è andato sviluppando una versione della Teoria delle Relazioni Oggettuali all’interno della Teoria Strutturale/Psicologia dell’Io. Nel suo approccio, le ‘unità sé-oggetto-affetto’ (Kernberg, 1976) sono le determinanti primarie delle strutture complessive della mente (cioè Es, Io e Super-io). Nel modello di Kernberg (1982, 2004, 2012, 2014, 2015, 2016), il sé ‘sovraordinato’ è costituito dalla totalità delle rappresentazioni del sé parziali e gradualmente più complete. La sua teoria psicoanalitica delle relazioni oggettuali integra l’attivazione neurobiologica dei sistemi affettivi, la differenziazione del sé dagli altri, lo sviluppo di una teoria della mente e dell’empatia, l’evoluzione della struttura del sé, e lo sviluppo dei processi di mentalizzazione. Nel suo articolo “Sé, Io, affetti e pulsioni” (Kernberg, 1982), Kernberg chiarisce le sue opinioni sullo sviluppo e la formazione della struttura psichica, proponendo una modifica della teoria dualistica delle pulsioni. E’ già qui che egli propone di riservare il termine ‘sé’ alla totalità delle rappresentazioni del sé in intima connessione con la totalità delle rappresentazioni oggettuali. Nel definire il sé come una struttura intrapsichica che ha origine nell’Io (‘Ich’) ed è incorporata in esso, Kernberg rimane vicino alla posizione implicita di Freud, secondo cui il sé
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