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dell’infanzia e dell’adolescenza fornisce un ulteriore impulso per l’evoluzione complessiva del concetto, ispirando ulteriori studi empirici e la ricerca interdisciplinare, che può essere rilevante per la concettualizzazione clinica applicabile a tutte le categorie di età.
VI. Da. Il background degli Infant Studies in Nordamerica ed Europa Gli studi di René Spitz (1945, 1965, 1972) sulla prolungata separazione dalla madre nei bambini istituzionalizzati hanno notevolmente influenzato la teoria di Mahler sulla separazione-individuazione. È importante sottolineare che Spitz fu anche il primo autore ad evidenziare l’importanza vitale dell’‘holding’ affettuoso del bambino da parte dei caregivers, che promuove una ricca comunicazione non verbale, tattile e affettiva fra i bambini ed i loro caregivers. Questa tradizione è continuata con Mahler (Mahler, Pine, Bergman, 1975) nella cornice della Psicologia dell’Io/Teoria Strutturale, con l’infant research sul Sé e la regolazione interattiva di Beebe (Beebe e Lachmann 2002; Beebe 2004a,b), e con il Boston Change Process Study Group (Stern, Sander, Nahum e al., 1998 nella cornice delle Teorie del Sé e Relazionali. Sulla scia di Bowlby (1969) in Inghilterra, Ainsworth negli Stati Uniti ha sviluppato una teoria dell’attaccamento contemporanea (Ainsworth, Blehar, Waters and Wall, 1978) in cui esso è definito come un legame affettivo fra il bambino e un caregiver (Blum 2004) e come la corrispondenza comportamentale delle relazioni oggettuali interiorizzate sotto l’influenza della relazione primaria madre-bambino (Diamond e Blatt, 2007). I suddetti studi, ed altri ad essi comparabili nel campo dell’infant research e dell’attaccamento in Europa (D. N. Stern, 1985; Trevarthen, 2001; Fonagy, Gergely, Jurist e Target, 2002; Ammaniti e Trentini, 2009; Cortina e Liotti, 2010) supportano in maniera coerente una concezione della personalità organizzata in termini di ‘sé-con-l’altro’, dove l’interazione fra due soggetti è la condizione necessaria per lo sviluppo psichico così come per la cura psicologica (Vedi anche le voci TEORIE DELLE RELAZIONI OGGETTUALI e INTERSOGGETTIVITÁ). I neuroscienziati evolutivi hanno ipotizzato che vi possa essere un ‘altro virtuale’ nel cervello. i cui tratti vengono delineati dall’esperienza (Bråten, 2011). Si pensa che il sistema dei neuroni specchio (Gallese, Eagle e Migone, 2007) possa essere un elemento di tale ‘interpersonalità’ esistente in modo innato. A tale riguardo. sono rilevanti gli studi neuroanalitici sulle strutture e le attività del cervello destro implicate nei processi inconsci del ‘sé implicito’ di Allan Schore (2011).
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