Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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gli oggetti-non sé, sperimentati come separati dal proprio corpo e a cui il bambino deve adattarsi. L’autrice sottolinea inoltre che il bambino, per poter maturare la consapevolezza sociale degli altri, deve aver prima sviluppato un senso di Sé distinto e separato. Le modalità secondo cui il neonato sviluppa questo tipo di consapevolezza sono fondamentali per l’acquisizione del senso di identità individuale. La sensualità del neonato nello stato dell’autismo primario normale si combina con la adattabilità della madre che nasce dalla sua preoccupazione materna e che mette il bambino al riparo dalle esperienze del “non Sé”, in una sorta di “grembo post- natale”. Tustin teorizza un costrutto auto-sensuale per descrivere il modo con cui il bambino sperimenta la madre come parte del proprio corpo. Le capacità che il neonato acquisisce in questa fase, attraverso gli “oggetti sensazione”, entrano in gioco nell’uso successivo degli oggetti riconosciuti come non- sé. L’acquisizione di queste capacità sostiene il bambino negli adattamenti necessari al confronto con la realtà esterna separata dal Sé. Tustin ha poi proposto una classificazione clinica dell’autismo patologico, basata sui meccanismi di difesa che il bambino mette in atto per proteggersi da fallimenti nella elaborazione della separazione del Sé dal non- Sé. Nei bambini “incapsulati” lo sviluppo psicologico è bloccato, il Sé corporeo mantiene una scissione dalle sensazioni ed il non- Sé viene incapsulato nel Sé. Tali bambini mantengono una condizione fusionale attraverso la scissione delle loro sensazioni e attraverso l’inclusione nel loro Sé del “non-Sé” (sensazioni derivanti dal corpo dell’altro, o da gesti, azioni, emozioni dell’altro). Questi bambini si aggrappano ad oggetti duri che sono fonte di sensazioni fredde e metalliche; tali sensazioni aiutano il bambino a costruire una rappresentazione somato-psichica del guscio in cui sono incapsulati. Nei bambini “confusionali”, al contrario, il Sé è frammentato e confuso con il non-Sé e lo sviluppo psicologico grossolanamente disorganizzato. Il non- Sé è attirato nel Sé ed avviluppato con esso per mezzo di sensazioni corporee eccitanti. Sia nei bambini incapsulati che in quelli confusionali, il nucleo centrale consiste nel tentativo di mantenere una condizione fusionale tra il Sé e il non-Sé. Complessivamente, il bambino incapsulato compie un tipo di scissione/alienazione dalle sensazioni del proprio corpo; il bambino confondente/confuso è come se fosse inghiottito dalle sue sensazioni corporee. Secondo Renata Gaddini (1977, 2004), la parola ‘Sé’ è usata in un contesto maturativo basato su una teoria evolutiva. In questo contesto, il ‘sé’ è il risultato dell’esperienza corporea totale del bambino nei primi mesi di vita. Queste sensazioni, nel corso della crescita, sono gradualmente elaborate in un processo di mentalizzazione. Gli studi longitudinali sullo sviluppo dei bambini hanno mostrato che nel processo di crescita il bambino procede dalle sensazioni alle percezioni, ai sentimenti e ai simboli e, infine, verso i pensieri. L’oggetto transizionale è il primo passo osservabile nella simbolizzazione iniziale, una base per lo sviluppo del pensiero del processo secondario. Sulla base di questi studi longitudinali, Gaddini è stata in grado di mostrare come la qualità dell’interazione madre-bambino consenta lo

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