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Nel 1999, Guillermo Lancelle ha curato il libro “El self nella teoria y en la practica” che affronta, fra gli altri argomenti, il controtransfert, l’empatia, il narcisismo, l’interpretazione, l’angoscia, l’adolescenza e la reazione terapeutica negativa. Tale pubblicazione include contributi di autori argentini (Arendar, R.; Cayssials de Casarino, E.; Hoffmann, J.; Ortiz Fragola, A.; Paz, M. A.), di autori nordamericani (Brandchaft, B.; Goldberg, A.; Tolpin, P.; Wallerstein, R. e Wolf, E.), e l’articolo di Lancelle “Self, clinical finding and conceptual need” [“Il Sé, scoperta clinica e bisogno concettuale”] (Lancelle, 1999). Guillermo Montero (2005) ha descritto in dettaglio quindici modelli del Sé. Secondo questo autore, i modelli del Sé più dettagliati implicano un funzionamento psichico in cui i processi evolutivi sono intimamente connessi. In questo senso, vari modelli del Sé sono modelli ‘psico-evolutivi’. Montero propone di classificare questi ultimi in quattro gruppi: 1) Un modello del Sé come sottosistema dell’Io . Sarebbe rappresentato dalla linea di sviluppo teorico che comincia con Hartmann, continua con Erikson, Lichtenstein, Mahler e Jacobson, e finisce col consolidarsi nel pensiero di Kernberg. 2) Un modello del Sé-persona . Una linea di sviluppo teorico che implica una suddivisione in due articolazioni: la prima è quella che comincia da Fairbairn, ed arriva a Winnicott e Guntrip. La seconda è la sintesi di Kernberg, Kohut e Winnicott portata avanti da Masterson/Rinsley. Questi modelli collocano il raggiungimento di una integrazione personale come indice di salute psichica che va oltre l’organizzazione strutturale 3) Un modello del Sé come struttura . Questo sviluppo teorico include il modello di Sullivan del sistema del Sé e il modello del Sé di Kohut, comprese le loro successive elaborazioni. Questi modelli sottolineano il ruolo della funzione di regolazione dell’autostima e del controllo dell’angoscia come indice di salute psichica, 4) Un modello del Sé centrato sull’esperienza soggettiva . In questo caso il riferimento è ai modelli di Stern e di Tyson e a tutti quelli che tengono conto dello sviluppo e conquista di un senso di Sé soggettivo. Questi modelli sembrano mettere al primo posto, come modello di salute psichica, il mantenimento di un’esperienza soggettiva continuativa e in costante sviluppo. Dalla metà degli anni Novanta - forse come reazione al setting e alla tecnica kleininani classici vissuti come rigidi - un crescente interesse per Donald Winnicott ha dato luogo al Encuentro Latinoamericano sobre el Pensamiento de Donald Winnicott. Sonia Abadi (1994, 1996) ha scritto sui fenomeni transizionali, sullo sviluppo emotivo e sull’integrazione del Sé; Casas de Pereda (1999) ha studiato i possibili equivalenti del falso Sé negli scritti di Freud e della Klein. Gli autori brasiliani Megaço Leal Silva (1999), Salésio da Silva (1994), A. Naffah Neto (2007) ed altri hanno lavorato su aspetti differenti del Falso Sé. Alcuni degli argomenti sono: il falso Sé nei politici, negli psicosomatici, nella metapsicologia, nelle organizzazioni perverse, il Sé e l’immagine allo specchio, Sé e sessualità, violenza e falso Sé da una prospettiva intersoggettiva, la relazione con l’ambiente, lo sviluppo primario, e i disturbi nella
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