Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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della formazione del Sé nei pazienti borderline e schizoidi. Ricardo Rodulfo (2009) ha studiato la relazione fra aspetti distruttivi e creativi nel pensiero di Winnicott.

VII. C. Sviluppi latinoamericani contemporanei. Usi e applicazioni del concetto del Sé L’enorme influenza degli scritti di Winnicott, qualche critica alla svalutazione lacaniana del ruolo dell’Io, ed alcuni interessanti sviluppi nell’area della ricerca accompagnati dagli avanzamenti nelle neuroscienze, hanno condotto a nuove prospettive ed applicazioni del concetto del Sé nella teoria e nella pratica. Hugo Bleichmar (2000) ha sottolineato l’importanza di riconoscere i livelli di attivazione [arousal] del paziente per scegliere il momento migliore per intervenire nella seduta, ed ha applicato i sistemi motivazionali di Lichtenberg in una nuova prospettiva riguardo alle depressioni (Bleichmar 2001). Adolfo Canovi (2001) ha studiato i bisogni del Sé nel contesto della pratica della terapia di coppia. La prospettiva dialogica è stata sottolineata da Felipe Muller (2005), secondo il quale la psicoanalisi si è ramificata in molte direzioni di sviluppo teorico e questo ha condotto ad importanti discussioni su come si possa organizzare l’insieme delle teorie che la costituiscono. L’autore sostiene che una di queste forme di organizzazione sia la distinzione fra teorie psicoanalitiche basate sulla psicologia monopersonale e quelle basate sulla psicologia bipersonale (Balint, 1950; Spezzano, 1996). Un’altra, più contemporanea, può basarsi sulla distinzione tra sistemi monadici e quelli diadici (Liberman, 1976), tra l’intrapsichico e l’intersoggettivo (Dunn, 1995); o ancora fra il modello della strutturazione pulsionale e quello della strutturazione relazionale (Greenberg e Mitchell, 1983). Muller tenta di dar conto della concezione dialogica del Sé nella psicoanalisi contemporanea, muovendo dalla concezione monologica del Sé a quella dialogica. Il ‘Sé monologico’ è definito nei termini di una sottolineatura dell’ambito rappresentazionale e del confine fra il mondo esterno e quello mente- corpo, che mette in evidenza la funzione descrittiva-referenziale del linguaggio. La concezione dialogica sottolinea la permeabilità della relazione tra i soggetti e la funzione costitutiva del linguaggio. L’autore descrive quattro movimenti che, secondo lui, hanno permesso alla psicoanalisi di includere la concezione del Sé dialogico: il primo comincia dalla considerazione di spazi interni ed esterni e mette in evidenza gli spazi ‘fra’. Il secondo dà priorità alla relazione soggetto-soggetto piuttosto che a quella soggetto-oggetto. Il terzo dà rilievo all’azione e alle pratiche relazionali piuttosto che all’insight. Il quarto va dalle prospettive fondazionali, realistiche o positivistiche, alle prospettive ermeneutiche e costruttivistiche. Complessivamente, gli autori che prendono in considerazione il concetto del Sé mettono in evidenza l’importanza della relazione, delle emozioni e dell’empatia, che si traduce in un approccio molto più ampio e comprensivo rispetto all’approccio focalizzato esclusivamente sulla produzione discorsiva e sullo scambio fra analista e analizzando attraverso il discorso verbale.

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