Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Nel campo clinico, una prospettiva contemporanea sui differenti tipi di sofferenza ha trovato nel concetto del Sé un utile strumento teorico-clinico (Lerner 2013). Nel campo della ricerca, “The three-level model (3-LM) for observing patient transformations” [Il modello a tre livelli (3-LM) per osservare le trasformazioni del paziente] di Ricardo Bernardi (2014, 2015) include, al Livello 2, la percezione di Sé e degli altri, e la valutazione, in rapporto all’identità, di quanto il paziente sia capace di percepire appropriatamente i propri stati interni e quelli altrui, incluse la capacità di comprendere punti di vista diversi dal proprio, di empatizzare con essi e di tollerarli. Sulla base della Diagnosi Psicodinamica Operazionalizzata (OPD 2), il modello considera quattro aree: a) Percezione di sé e degli altri; mentalizzazione; identità; b) Regolazione degli affetti, degli impulsi e dell’autostima. c) Comunicazione interna ed esterna; elaborazione; simbolizzazione. d) connessioni con gli oggetti interni ed esterni. In Messico, il concetto del Sé ha anche facilitato lo sviluppo di riflessioni riguardanti il training analitico da parte di Cecilia Rodriguez (2016), che si è occupata del rischio di sviluppare un “falso Sé analitico”. Il concetto del Sé è stato anche utilizzato nella concettualizzazione dei significati interdisciplinari della salute mentale nel libro “Psicoanálisis relacional. Espacios intersubjetivos e interdisciplinarios de creación de significados para la salud mental”, curato di Elena Toranzo e Alejandra Taborda (2017) in Argentina. Complessivamente, questi approcci sono in linea con l’enfasi posta da Nemirovsky (2007, 2018) sull’importanza di sviluppare adeguati strumenti teorici per affrontare i problemi clinici del tempo presente. L’autore sottolinea l’importanza del fatto che gli psicoanalisti reinventino sé stessi nel tempo presente, in un contesto che può essere effimero e difficile da cogliere nella sua totalità.

VIII. CONCLUSIONI

La tensione, l’ambiguità e il dualismo intrinseci all’‘Ich’ freudiano - che comprende sia l’Io [‘ego’] inteso come struttura mentale e istanza psichica, sia il ‘sé’, più esperienziale e personale, inteso come il generatore dell’esperienza soggettiva - ha condotto a numerosi approcci psicoanalitici all’annoso problema di cosa costituisca ‘il Sé’, in relazione all’‘Io’, in relazione allo sviluppo della struttura psichica, e in relazione alle formulazioni del narcisismo. L’allargamento del campo di applicazione dell’intenso interesse psicoanalitico per le condizioni cliniche che includono la psicopatologia grave non organica, di tutti i gruppi di età, ha messo in risalto le varie concettualizzazioni del Sé evolutive e cliniche. Mentre tutte le teorie psicoanalitiche contemporanee dello sviluppo primario e della formazione della struttura sostengono che il Sé si forma in relazione con gli altri, esse d’altra parte differiscono riguardo a numerosi criteri, alcuni dei quali sono: rapporto con la teoria

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