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quelle raccomandazioni. L’uso del lettino per facilitare la focalizzazione del paziente sulla sua attività mentale implicitamente permette la regressione psichica, che rende possibile l’emergere dell’espressione delle fantasie e dei conflitti inconsci nella rete delle associazioni. Winnicott (1955) comprese che il setting analitico fornisce le condizioni in cui possano essere espressi, conosciuti e interpretati i disturbi evolutivi derivanti da carenze e traumi evolutivi, in modo da consentire lo sviluppo evolutivo. (Vedi sotto, Setting e regressione ). Tempo . Esso consiste di: sedute che durano 45 o 50 minuti; un’alta frequenza di sedute, fra le tre e le cinque alla settimana; e una durata di vari anni, di solito, sebbene la durata del trattamento sia difficile da determinare, poiché l’analisi di ciascun paziente richiederà un tempo specifico. Con la realizzazione di una maggiore comprensione della vita psichica, in particolare per quanto riguarda i livelli primitivi e psicotici di ciascun paziente, la durata del trattamento psicoanalitico è diventata maggiore. Attualmente il tema della frequenza delle sedute è argomento di discussione polemica. Per alcuni analisti, il numero delle sedute è irrilevante; per altri invece è importante. I primi sostengono che ciò che conta sono l’atteggiamento e la funzione analitica dell’analista, ovvero il “setting interno”. Altri analisti pensano che, allo scopo di sviluppare la funzione analitica e un adeguato setting interno riguardo a un paziente specifico, sia necessaria una intensa relazione, e l’alta frequenza delle sedute sia un fattore essenziale. Essi sostengono inoltre che ciò sia essenziale per il paziente, affinché sia in grado di esplorare la propria mente ai livelli più profondi attraverso le libere associazioni e, soprattutto, di elaborare le interpretazioni dell’analista. Riguardo alla frequenza delle sedute, Freud scrisse: “Lavoro con i miei pazienti tutti i giorni ad eccezione delle domeniche e delle grandi festività: dunque, di regola, sei giorni alla settimana. Per casi lievi o quando il trattamento è già molto avanzato sono sufficienti anche tre ore settimanali. Negli altri casi le limitazioni di tempo non sono vantaggiose né per il medico né per il paziente. […]. Con un lavoro poco frequente esiste il pericolo che non si riesca a tenere il passo con l’esperienza reale del paziente” (Freud, 1913, 337). Sebbene l’alta frequenza delle sedute non sia una condizione sufficiente, per molti analisti essa è un fattore necessario. Comunque, essa deve essere accompagnata da altri elementi del metodo psicoanalitico: attenzione al transfert e al controtransfert, inclusi i livelli primitivi e psicotici sia nel paziente che nell’analista, insieme all’ interpretazione dell’analista. Altre condizioni esterne . Lo studio dell’analista ha caratteristiche specifiche (mobilio, decorazioni, clima della stanza, ecc.) che mostrano qualcosa della personalità dell’analista. Anche il corpo dell’analista è parte del setting. Enid Balint (1973), scrivendo riguardo all’analisi di donne da parte di un’analista donna, sostenne che per il paziente, a un livello inconscio, la stanza dell’analista assume il significato del corpo della madre. Lemma, seguendo l’idea di Bleger, ha sviluppato la concettualizzazione del “setting incarnato”, particolarmente in pazienti con un transfert simbiotico. Essa osserva che l’apparenza fisica dell’analista agisce come uno stimolo potente nel mondo interno del paziente, e che ogni cambiamento nel corpo dell’analista viene sentito come profondamente destabilizzante. Altre componenti del “contratto”, come l’onorario e i periodi di ferie, dovrebbero anch’essi essere inclusi come parti del setting esterno. Per quanto riguarda gli onorari, in
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