Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Influente nel Canada francese, Jean-Luc Donnet (2001) stabilisce una differenza tra il sito analitico e la situazione analizzante: "Il sito analitico contiene l'insieme di ciò che costituisce l'offerta di un'analisi. Include il lavoro dell'analista... la situazione analizzante risulta casualmente dall'incontro sufficientemente adeguato tra il paziente e il sito" (p. 138, citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Qu è possibile vedere un concetto di campo psicoanalitico che deriva dall'enfasi posta sull'impatto del setting analitico stesso sul processo, in quanto la concezione di Donnet della situazione analitica riconosce l'interazione dell'analizzando con il sito analitico che comprende l’analista, il processo analitico e ciò che esso offre. Questa interazione include l'attività del terzo intersoggettivo (Katz 2013). In questo contesto, rilevante è il lavoro di André Green sulla funzione della cornice analitica come "terzo" e come supporto al funzionamento mentale del paziente nella sua capacità di formare un "oggetto analitico" condiviso (1975).Similmente rilevante è il concetto introdotto da Jean Laplanche di transfert “in cavo/vuoto” [in Francese Transfert en creux, N.d.T.](1997, p. 662), mobilizzato dalla relativa non-reattività dell'analista, transfert che attiva la possibilità di risolvere in modo diverso gli enigmi dell'infanzia. Formulato inizialmente da Green nel 1975, la nozione di ‘terzo analitico’ è un'elaborazione del concetto di oggetto transizionale di Winnicott e del concetto di ‘negativo’ dello stesso Green. Nella sua applicazione alla situazione psicoanalitica, Green (1997) sostiene che "gli scambi tra il paziente e l’hanalista o, in altri termini, tra i processi di transfert e controtransfert, è come se creassero un terzo analitico", un risultato specifico dell'analisi (ibidem, p. 1072). Qui, la cornice analitica come ‘terzo’ sostiene il funzionamento mentale del paziente nella capacità di formare un "oggetto analitico" condiviso (Green 1972, 1975). Combinando l'intrapsichico e l'intersoggettivo all'interno della cornice psicoanalitica francese, Green (1973/1999; 2002), in linea con i lavori di Winnicott sullo spazio potenziale, definisce un'altra formazione nell'area dei processi terziari. La sua versione è che l’’oggetto analitico’ (oggetto dell 'analisi e nell 'analisi) è il " terzo oggetto ". Non appartenendo né all'analista né all'analizzando, ha le caratteristiche della transizionalità, e si forma nell'incontro analitico . Nel pensiero di Green, la relazione intersoggettiva collega due soggetti intrapsichici ed "è nell'intreccio dei mondi interni dei due partner della coppia analitica che l'intersoggettività prende corpo". (citazione tradotta per questa edizione, N.d.T., 2000, p. 2). Un'altra importante influenza è il lavoro del canadese Dominique Scarfone (2011, 2014) sulla memoria, la temporalità e la simbolizzazione all'interno dei molteplici campi di transfert nella situazione psicoanalitica. Concettualizzando la simbolizzazione come strettamente connessa con il ricordare, Scarfone sostiene che il ricordare non è un semplice atto di ‘richiamare’ o ‘evocare’, ma implica la trasmutazione di un certo materiale in una nuova forma per trasferirlo nel campo psichico, dove possono avvenire le funzioni di ricordo e integrazione (Scarfone, 2011). La trasmutazione menzionata da Scarfone coinvolge quindi diversi livelli di simbolizzazione, per esempio livelli di enactment, quelli del simbolismo inconscio dei sogni, e il simbolismo comunicativo conscio del linguaggio.

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